La Docg di Conegliano e Valdobbiadene è riuscita a salvare l’anno con un’inopinata quanto gradita impennata di Natale. Nessuno l’avrebbe scommesso alla vigilia e invece è accaduto. La tendenza è confermata anche da Giampietro Comolli, esperto di consorzi di tutela, che segue l’Osservatorio Economico dei Vini Effervescenti-OVSE e che sostiene che sia stata proprio la permanenza forzata in casa, ad indurre molte persone a stappare qualche bottiglia in più. Anche se, come sottolinea Comolli, i numeri non equivalgono ad un aumento del valore.
Nelle ultime settimane infatti si è registrata un’impennata di imbottigliamenti, con le certificazioni che hanno raggiunto i 92 milioni di bottiglie. E, sebbene rispetto al 2019 ci sia stato il primo storico segno negativo, 0,001%, un’inezia, di fatto, tutto considerato il Consorzio guidato da Innocente Nardi, ha riscosso comunque un grande risultato: “Anche se non è stato semplice, abbiamo raggiunto veramente un risultato storico: le aziende della Docg hanno dimostrato capacità di adattamento alla situazione e serietà nell’affrontare la realtà di mercato che ci stava minacciando, soprattutto nella primavera scorsa. Il risultato finale è dovuto quindi al forte recupero del mese di dicembre, che ha registrato un aumento delle certificazioni superiore a quello degli anni precedenti, compensando così la situazione dei mesi più critici del 2020”.
Pur avendo perso molto nei canali tradizionali come alberghi, ristoranti ed enoteche, che abitualmente assorbono oltre un terzo dei consumi in volume e, più della metà in valore, le diverse imprese hanno saputo adattarsi a nuovi canali di vendita, in modo efficace rispetto alle necessità. La tenuta complessiva è dovuta alla ricollocazione del prodotto su canali meno utilizzati, negli anni precedenti, come la grande distribuzione e l’e-commerce.
Inoltre la strategia di diminuire le rese per mantenere il livello di prezzo alla fine si è dimostrata vincente, anche in considerazione dei cali delle vendite connesse al virus. “Il prezzo medio a bottiglia di spumante, quindi non solo prosecco, nel 2019 era di 9/10 euro, pari a 310 milioni di euro, quest’anno invece il prezzo medio è crollato attorno ai 5/6 euro, per una cifra complessiva attorno ai 200 milioni.
Tutti ora auspicano che l’ultimo giorno dell’anno possa essere l’occasione per festeggiare e dimenticare lo scontro fratricida sulla questione dello statuto, fiduciosi nelle buone prospettive del nuovo anno.