“Ci vorrebbe un colpo di reni, per cambiare qualcosa che, nell’ordinarietà non si ha la forza di cambiare. È fondamentale che Venezia rimanga viva, vivibile, abitata, pensata e governata. Si decida, con saggezza ed equilibrio, perché non possiamo continuare ad assistere impotenti a questo spettacolo desolante, che ogni volta ferisce e pregiudica ulteriormente lo stato della Basilica”.
Racchiudono chiaramente una sferzata alle istituzioni le parole pronunciate dal Patriarca Francesco Moraglia, in occasione della presentazione del 14º quaderno della Procuratoria, dedicato al restauro delle colonne del portale di San Pietro, nel nartece della Basilica di San Marco, in seguito ai danni riportati dopo “l ‘acqua granda” dell’anno scorso.
Un intervento preoccupato, ma al tempo stesso deciso verso la classe politica e gli ostacoli burocratici, affinché si possa “uscire dalla palude dell’indecisione e dei rinvii”, che stanno mettendo a dura prova la Basilica e tutta l’area marciana.
“I passi sperimentali del Mose fanno ben sperare, ma rimane aperta la delicata questione politica circa il coinvolgimento della città nella gestione. Rimane poi la grande questione dell’affidabilità, ovvero se i Veneziani e i turisti possono fidarsi di quest’opera”. E, poi le lentezze umane e gli indugi burocratici, che possono costituire un grande problema”.
Oltre al Mose, quello che il Patriarca ha voluto sottolineare, è che si attendono da troppo tempo anche altre opere di prevenzione, perché della cura della Basilica, oltre alla Procuratoria, se ne dovrebbero occupare persone con compiti istituzionali di natura pubblica, a vari livelli. Il riferimento va alle barriere in vetro, per proteggerla dalle maree intermedie e all’impermeabilizzazione dell’insula di San Marco.
Come ha voluto sottolineare Carlo Alberto Tesserin, primo procuratore della Basilica, ora che la città si appresta a celebrare i suoi 1600 anni dalla fondazione, sarà proprio san Marco il punto focale. “Venezia pare ormai un deserto, che genera solitudine dell’anima. Una città che si sta spopolando, priva della presenza di turisti e visitatori. Auguro un cielo sereno sopra Venezia, ma servirà un colpo di reni per cambiare le cose!”.