Gli italiani sono disorientati: la campagna di vaccinazione, l’Italia divisa per colori, le misure restrittive e una diffusa mancanza di buon senso da parte di tanti, sta facendo diminuire la fiducia dei cittadini nei confronti della gestione della pandemia. Il quadro che emerge dal sondaggio di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera, pubblicato il giorno dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm di Draghi, è chiaro: tra gli italiani cala la fiducia e cresce il bisogno di un nuovo lockdown, per interrompere prima possibile la risalita dei contagi da Covid-19.
Mentre si prospetta già all’orizzonte la terza ondata, la soluzione indicata dalla maggioranza dei cittadini è sempre la stessa: un lockdown duro e generale, ma limitato nel tempo, per fermare la circolazione delle varianti e l’impennata dei nuovi casi giornalieri, tornati sopra i 20mila (anche se per fortuna i morti non sono alti come durante i primi mesi dell’epidemia).
Il Covid-19 è percepito come una minaccia diretta per il 45% degli italiani, quota che cresce rispetto ai mesi estivi. È un pericolo per la propria famiglia secondo il 57% dei cittadini, mentre è un rischio per il Paese per il 75% degli intervistati. C’è maggiore consapevolezza del pericolo che rappresenta il virus, ma allo stesso tempo poca fiducia nei concittadini: solo un italiano su quattro pensa che la popolazione stia dando prova di senso civico e rispetto delle regole imposte dalle autorità, mentre il 65% vede troppe violazioni e crede che molti non abbiano capito l’importanza seguire le misure.
Quale soluzione utilizzare per uscire dalla pandemia? La maggioranza relativa risponde tornando indietro mentalmente di un anno: il 44% indica un lockdown duro, generalizzato in tutto il Paese, ma limitato nel tempo; il 30% crede nelle misure attuali, e quindi l’impianto che vede l’Italia divisa in zona bianca, gialla, arancione e rossa, e non lo cambierebbe; il 14% chiede di allentare le restrizioni. La campagna di vaccinazione per molti rappresenta la vera soluzione, ma i cittadini non sono molto fiduciosi: il 46% degli italiani dà un giudizio negativo per quanto riguarda tempi e modalità tenuti finora, il 29% è soddisfatto.
Non stupisce quindi che la maggioranza degli italiani (53%) abbia accolto con favore la decisione di Draghi di sostituire il Commissario Arcuri con il generale Figliuolo; le ragioni sono principalmente due: primo l’ex commissario non è stato ritenuto all’altezza e secondo serviva dare un segnale di discontinuità rispetto a quanto fatto prima.