Era l’8 settembre del 1944 quando il transatlantico Rex, costruito a Genova dai Cantieri Ansaldo e varato nel 1931, vanto della Marina Italiana e orgoglio di tutta la Nazione, fu affondato nella baia fra Trieste e Capodistria.
Era la nave passeggeri più grande mai costruita e mantenne quel record per 60 anni. Commissionata dalla Navigazione Generale Italiana ai Cantieri Navali Ansaldo con il dichiarato proposito da parte del regime fascista di vincere il Nastro Azzurro, il prestigiosissimo riconoscimento di cui si può fregiare la barca passeggeri che attraversa l’Atlantico nel minor tempo.
E lo vinse, sbalordendo il mondo! Fu costruita, incredibile a dirsi, in poco più di un anno (!) e fu varata il 1° agosto 1931 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. Era lunga 268,2 metri, larga 29,5. Aveva 12 ponti e poteva trasportare 2.261 passeggeri e aveva un equipaggio formato da 80 marinai, 112 macchinisti, 400 tra camerieri e cuochi, 11 professori d’orchestra, due bagnini, 15 pompieri e persino un argentiere.
51.062 tonnellate di stazza lorda, era spinta da quattro pale di cinque metri l’una e da una potenza dichiarata di 120.000 cv (in realtà erano 140.000!) Nell’agosto del 1933 conquistò il mitico Nastro Azzurro attraversando l’Atlantico da Genova a New York alla fantastica media di 28,92 nodi e strappando il titolo al transatlantico tedesco Europa.
E divenne leggenda.
Quella traversata entrò nella storia e rappresentò uno dei vanti dell’era fascista. Nel 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia, il Rex dovette interrompere, come già avevano fatto le navi commerciali inglesi, francesi e tedesche, Il suo servizio e fu attraccato al molo del porto di Genova. Credendo di metterlo in acque più protette dai bombardamenti alleati fu trasferito a Trieste.
Finì poi, per effetto dell’armistizio del 1943, nelle mani dei tedeschi che, nel tentativo di portarlo nelle acque più sicure di fronte a Capodistria lo fecero ingloriosamente incagliare. E non basta: l’8 settembre del 1944 i ricognitori inglesi lo avvistarono e lo fecero bombardare con 123 razzi; il Rex bruciò per quattro giorni, poi si adagiò su un fianco e affondò. Un altro simbolo dell’orgoglio italiano veniva cancellato dagli effetti di una guerra sciagurata.
La “leggenda” del Rex, come tutte le leggende, non terminò con la sua fine. La Zanussi chiese e ottenne di poter chiamare una sua linea di elettrodomestici con il nome “Rex” per evocare la perfezione tecnica che era insita in quel nome. E Il grande Federico Fellini nel suo film “Amarcord” riportò in vita la grande nave in una delle più belle scene della storia del cinema italiano.
Sono trascorsi, da allora, 76 anni : il periodo più lungo mai trascorso senza che il nostro Paese dovesse rivivere gli orrori di una guerra.