Il governo vuole contrastare l’evasione dell’IMU aumentando i controlli al catasto: ecco cosa ha in mente, e come agirà.
Il pagamento dell’IMU in Italia pesa tantissimo sulle casse dello Stato, poichè da qui proviene circa il 20% delle entrate statali. Si tratta di cifre enormi, che però rimangono ipotetiche, visto che ci sono ancora tantissimi furbetti che non pagano quanto dovrebbero. Ecco cosa vuole fare il governo per contrastare l’evasione.
Ogni anno, in base alle stime, l’evasione fiscale inerente l’IMU arriva a circa 5 miliardi di euro. Si tratta di una mancata entrata pari al 20,9% del gettito potenziale nelle casse dello Stato. Trattandosi di immobili, inizialmente può sembrare difficile nascondere una proprietà e riuscire a eludere le tasse, ma con il meccanismo delle “case fantasma”, non solo è possibile, ma anche ampiamente reale. Infatti, quello che accade in tanti casi, è che la casa esista nella realtà, ma non sia correttamente registrata al catasto.
Questo fa sì che circa 494 miliardi di euro, in valore fiscale, sfuggano al controllo dello Stato, con una conseguente perdita in termini di gettito e di entrate. Inoltre, in questo modo, anche l’inventario immobiliare nazionale è difficile da controllare, motivo per cui il governo ha deciso di intervenire e aumentare i controlli, proprio sul catasto. Questo è, in breve, l’archivio di tutti gli immobili presenti sul territorio italiano, e contiene dati relativi a localizzazione, grandezza e destinazione d’uso. Dai dati catastali partono i calcoli sia per l’IMU che per l’ISSE, ecco perchè è fondamentale avere un catasto sempre aggiornato.
La strategia che vuole attuare il governo, stando alle parole del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, non consiste in una vera e propria riforma, ma piuttosto in un incremento dei controlli. Principalmente, si mostra necessario un aggiornamento delle rendite catastali per chi ha usufruito dei bonus edilizi degli ultimi anni (come, ad esempio, il Superbonus al 110%), oppure ha ristrutturato il proprio immobile aumentandone il valore. In secondo luogo, serve un censimento delle case fantasma, di cui abbiamo parlato in apertura.
L’incremento dei controlli catastali e l’aggiornamento delle rendite potrebbero avere effetti significativi sul mercato immobiliare italiano. Da un lato, la regolarizzazione delle proprietà potrebbe portare a una maggiore trasparenza, incrementando il valore di mercato degli immobili con rendite correttamente aggiornate e rafforzando la fiducia degli investitori.
Dall’altro lato, l’aumento delle tasse che ne deriverebbe potrebbe scoraggiare gli acquisti, specialmente da parte di investitori esteri e di piccoli proprietari, già colpiti da altre imposte e dalla crisi economica. In questo scenario, è fondamentale che il governo introduca misure calibrate, che garantiscano il rispetto delle regole senza però gravare eccessivamente sul settore immobiliare, onde evitare un rallentamento delle compravendite e una diminuzione dell’attrattività del mercato italiano agli occhi degli investitori internazionali.
Il governo potrebbe valutare l’introduzione di programmi di incentivo per favorire la regolarizzazione spontanea degli immobili non correttamente censiti. Questi programmi potrebbero prevedere sconti o riduzioni delle sanzioni per i proprietari che scelgono di mettersi in regola volontariamente, prima dell’avvio dei controlli più stringenti. In questo modo, si permetterebbe l’emersione di molti immobili fantasma, riducendo la necessità di azioni repressive da parte dello Stato e accelerando il processo di aggiornamento del catasto.
Un’iniziativa di questo tipo potrebbe non solo aumentare le entrate fiscali, ma anche promuovere una maggiore equità fiscale, consentendo ai cittadini di sanare la propria posizione senza subire pesanti penalizzazioni.
Includere tutti gli immobili che attualmente sfuggono al sistema fiscale, nel sistema di tassazione, consentirebbe di ridurre tantissimo l’evasione dell’IMU, e di riportare il sistema fiscale ad un regime più equo. Aggiornando le rendite catastali, va da sé, aumenterebbero anche le tasse da pagare, il che non fa certamente piacere ai proprietari, ma così facendo nelle casse dello Stato arriverebbero molti più soldi, che auspicabilmente potrebbero essere utilizzati a favore delle molteplici difficoltà e criticità immobiliari italiane.
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