Dopo la recente, grande protesta di Londra contro le nuove misure restrittive adottate dal governo di Boris Johnson, anche in Israele cresce la rabbia per il nuovo lockdown annunciato dall’esecutivo di Netanyahu.
Seppur più blando rispetto al precedente, questo nuovo provvedimento – che durerà tre settimane, con l’idea di rallentare la diffusione del Covid-19 – ha di fatto interrotto sul nascere i festeggiamenti per il capodanno ebraico. Cosa che ha scatenato la rabbia soprattutto fra gli ebrei ultra-ortodossi, legatissimi al rispetto delle tradizioni religiose. Le proteste, nel solo fine settimana, hanno provocato l’arresto di 11 persone.
Israele sta adottando misure molto rigide per il contenimento dell’epidemia, nonostante i numeri di casi (188.000) e di decessi (circa 1.250) complessivi siano relativamente bassi.
Le manifestazioni contro le nuove chiusure annunciate, s’inseriscono in un quadro politico tormentato per lo stato ebraico; il premier Netanyahu è infatti sotto processo per frode e corruzione (il processo riprenderà a gennaio dopo esser stato interrotto a causa del Covid-19). I suoi oppositori sostengono che queste misure contro il propagarsi dell’epidemia, esagerate per l’attuale situazione sanitaria israeliana, servano a distrarre la popolazione dai guai giudiziari del premier.
Federico Kapnist