Quello che è emerso dopo otto mesi di pandemia, è che, a fronte di una serie di attività fortemente penalizzate, prima dal lockdown e poi dai cambiamenti indotti dall’emergenza sanitaria, esiste un numero considerevole di aziende che hanno visto aumentare in maniera esponenziale i loro ricavi, proprio per il rovescio della stessa medaglia.
Le persone, che per mesi sono state costrette a rimanere tra le quattro mura domestiche, hanno rivalutato il piacere di risistemare la casa e di dedicarsi a piccole attività ricreative, come preparare la pasta, il pane, o semplicemente un buon caffè, come quello del bar.
Così, per De’ Longhi, azienda quotata in borsa, leader del piccolo elettrodomestico, l’annus horribilis, si è rivelato l’anno del grande boom. Da gennaio ad oggi, l’azienda è cresciuta del 13%, rispetto all’anno precedente, arrivando a sfiorare il miliardo e mezzo di vendite e aumentando l’utile di quasi la metà, a 104 milioni.
Per questo il consiglio di amministrazione, che si è riunito ieri, “pur a fronte di elementi di incertezza, in un contesto sociale ed economico ancora difficile”, visti i risultati, non ha ritenuto imprudente rivedere al rialzo le indicazioni di fine anno e confidare di poter “chiudere il 2020 con ricavi in crescita, tra 8% e il 9%”.
Ed è anche per questo che il cda, attraverso il suo amministratore delegato, Massimo Garavaglia, ha deciso di riproporre la distribuzione del dividendo, per 80 milioni, che lo scorso aprile, in piena pandemia, era stato prudenzialmente trattenuto, per tempi migliori, che sembra proprio siano arrivati.
Oltre a questo, il cda ha dato mandato a Garavaglia per avviare i meccanismi per emettere la seconda tranche di un prestito obbligazionario, ventennale, non convertibile, per 150 milioni, già opzionato da investitori americani.
Le vendite, dei vari elettrodomestici, con etichetta De’ Longhi o con i marchi Kenwood e Braun, dalle macchine per il caffè, ai robot da cucina, dai condizionatori, ai ferri da stiro, da gennaio a settembre sono fortemente aumentate in tutta Europa e hanno avuto invece una flessione in Medio Oriente, India e Africa, anche se nell’ultimo trimestre c’è stata una forte ripresa.
Sul fronte occupazionale, De’ Longhi nel 2021 potrebbe assumere un centinaio di addetti in più, che andrebbero a sommarsi ai 1200 attuali. Si è infatti alla vigilia di un importante incontro azienda-sindacati, proprio sui temi dei contratti e del potenziamento organici.