Questa sarà la settimana più rovente dell’estate con temperature che, al Sud, potranno arrivare a toccare i 48 gradi: 4 le città da bollino rosso (Bari, Campobasso, Latina e Roma). Un numero che mercoledì raddoppierà (con Frosinone, Palermo, Perugia e Rieti).
Bollino arancione assegnato invece per oggi a 8 città (Bologna, Brescia, Catania e Frosinone, Latina, Palermo, Perugia e Trieste) e a 13 mercoledì (Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Catania, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Trieste, Verona e Viterbo).
A determinare quest’ondata di caldo in arrivo, spiegano i meteorologi è un anticiclone subtropicale africano che si sta espandendo con sempre maggiore forza per raggiungere il nostro Paese. E anche in Italia, come nel resto del mondo, è allarme clima.
Nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di CO2 erano le più alte degli ultimi 2 milioni di anni e quelle dei principali gas serra (metano e biossido di azoto) le più elevate degli ultimi 800.000 anni; negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità che non ha uguali negli ultimi 2.000 anni; l’aumento medio del livello del mare è cresciuto a una velocità mai vista negli ultimi 3000 anni. È questo l’ultimo allarme lanciato dal gruppo intergovernativo di scienziati del cambiamento climatico (Ipcc) e contenuto nel primo dei tre volumi – approvato dai 195 Paesi dell’Onu e diffuso ieri – del Sesto rapporto di valutazione che sarà pubblicato nel 2022.
Il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres spiega che: “L’odierno Rapporto è un codice rosso per l’umanità. I campanelli d’allarme sono assordanti e le prove sono inconfutabili: le emissioni di gas serra dovute alla combustione di combustibili fossili e alla deforestazione stanno soffocando il nostro pianeta e mettendo a rischio immediato miliardi di persone”.
Gli studiosi affermano che il climate change riguarda ogni area della Terra e tutto il sistema climatico e avvertono che forti e costanti riduzioni di emissioni di CO2 e di altri gas serra sono ancora possibili e in grado di limitare i disastri provocati dai cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo in alcune parti del mondo.
Il continuo aumento del livello del mare è uno dei fenomeni dei cambiamenti climatici già in atto, “irreversibili in centinaia o migliaia di anni”. Per le aree costiere ci si attende un continuo aumento del livello del mare per tutto il XXI secolo che potrebbe portare inondazioni più frequenti e gravi e all’erosione delle coste. Eventi estremi riferiti al livello del mare che prima si verificavano una volta ogni 100 anni, entro la fine di questo secolo potrebbero verificarsi ogni anno, avvertono gli scienziati.
Insomma il messaggio è chiaro, non c’è più tempo da perdere, bisogna agire prima che sia troppo tardi. A rischio infatti non è solo la nostra sopravvivenza su questo pianeta, ma anche quella di tantissime specie animali e vegetali.