Con il Covid in Italia è stata notata una tendenza all’aumento del risparmio, con i depositi in banca che crescono. Se i dati di settembre parlavano di depositi tra i 155 e i 157 miliardi nella nostra Regione, la stima complessiva di fine anno arriva a sfiorare i 180 miliardi di liquidità nei conti correnti veneti.
Per fare un confronto sarà sufficiente dire che il Pil del 2019 del Veneto si è attesterà sui 165 miliardi, e che con il Recovery Fund sono attesi in Italia circa 209 miliardi. Il dato è chiaro: in un anno il risparmio ha superato la ricchezza prodotta.
Per gli italiani e i veneti nella vita ci sono sempre stati due punti fermi: la casa di proprietà e il risparmio, ma la situazione Covid ha spinto ad una ulteriore prudenza portando i risparmi a raddoppiare (+9,5%), situazione anche favorita in parte da una maggior fiducia nelle banche dopo gli aggiustamenti voluti dalla Bce.
Le ragioni dietro alla crescita dei depositi sono da ricollehgarsi in parte ad una riduzione degli acquisti e dell’altra al congelamento degli investimenti, a causa di una situazione mondiale dominata dall’incertezza. In questo panorama l’unico investimento che potrebbe far muovere un po’ le cose è il superbonus 110%, che secondo alcuni stupi potrebbe esplodere nei prossimi mesi.
Gli italiani sono un popolo resiliente e l’hanno dimostrato – a fronte del debito pubblico che aumenta con scostamenti di bilancio da 25-30 miliardi ogni tre mesi -, anche se guadagnano meno risparmiano di più.
L’aumento di risparmio però ci racconta anche altre cose: la possibilità che parte di questi fondi derivino da attività in nero e che l’aumentare di liquidità porti ad una svalutazione e quindi il rischio connesso della speculazione.