In Veneto c’è il buker antiatomico più grande d’Italia, una struttura enorme e degna di nota, veramente spettacolare.
Nel Veneto esiste il bunker antiatomico più grande d’Italia e in pochi sanno come è fatto realmente. Si trova da molto tempo nella regione al Nord, ma è diventato un’attrazione turistica non molto tempo fa: dove si trova e perché è lì.
Tra borghi, paesaggi e location da sogno, nel Veneto troviamo anche un posto decisamente insolito ovvero un bunker antiatomico costruito a servizio della Nato. Durante la Guerra Fredda infatti si decise di dare vita alla costruzione che, dismessa da molto tempo, è diventata una meta da visitare per la sua particolarità: dove si trova e come mai fu costruita proprio nella regione italiana?
Il più grande bunker antiatomico in Italia si trova ad Affi, in provincia di Verona, ed è uno dei più grandi dell’intero paese. Realizzato negli anni’60 per motivi militari, è stato dismesso ormai da molto tempo perché non ha più alcun utilizzo. Attualmente sono tante le persone che si recano in questo posto puramente per visitarlo e infatti si è pensato di riqualificarlo per renderlo un museo focalizzato sugli eventi della guerra fredda. Fu creato proprio durante la Guerra Fredda quando si pensava che il conflitto nucleare tra Russia e Stati Uniti potesse essere imminente.
Nel Veronese, nella cittadina di 2000 abitanti, è stato costruito il bunker antiatomico più grande di Italia infatti parliamo di 13000 metri quadri di estensione e di un’ampiezza di 4000 metri quadri. La sua grandezza lo rendeva capace di resistere anche a una bomba atomica molto più potente di quella che distrusse le cittadine di Hiroshima e Nagasaki in Giappone, durante la Seconda Guerra Mondiale. All’interno del bunker inoltre potevano sopravvivere 400 persone per almeno 3 mesi. All’interno, oltre a zone di sopravvivenza, anche palestre e bar. Insomma un bunker con i fiocchi.
Il nome del bunker antiatomico è West Star, ed era il centro di comando del FTSAE, ovvero delle Forze Terresti Alleate del sud Europa. A guardare le immagini altro non è che un immenso blocco di cemento, ma è molto di più. La sua funzione e la sua costruzione consentono infatti di ergere la montagna sulla quale è costruito e di schermare dalle radiazioni generate da un ordigno atomico. La struttura ha tre livelli: primo e secondo piano, e piano terra. Nel complesso ci sono sensori di pressione che rilevano anomalie esterne e zone di comunicazione per far entrare ossigeno ma non le radiazioni.
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