Dal 1° gennaio al 31 marzo 2021 in Italia sono morte sul lavoro due persone al giorno, una strage spesso silenziosa. Il caso di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni morta impigliata in una macchina tessile, e che sta riempiendo le cronache dei giornali e delle televisioni, è solo la punta di un iceberg. Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail nel primo trimestre del 2021 sono state 185, 19 in più rispetto alle 166 denunce registrate nel primo trimestre del 2020 (+11,4%), effetto degli incrementi osservati in tutti i mesi del 2021 rispetto a quelli del 2020.
“Ad incidere nell’incremento è stata certamente anche la pandemia, ma sappiamo che la quotidianità lavorativa uccide di più del Covid”. I dati sono elaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, e a parlarne è il suo Presidente, l’Ingegner Mauro Rossato. Intanto a guidare la classifica triste nazionale per numero di decessi in occasione di lavoro da gennaio a marzo 2021 è la Lombardia con 22 vittime. Seguono: Campania (18), Lazio (16), Emilia Romagna (15), Piemonte (14), Veneto (11), Puglia (10), Abruzzo (9), Toscana (8), Calabria e Sicilia (6), Molise (5), Trentino Alto Adige (4), Umbria, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Marche (2), Basilicata e Sardegna (1).
Ed ecco un incidente sul lavoro ad Asolo: i capelli di un’operaia si sono impigliati nel rullo, ferendo la donna, che dalla tarda mattinata di ieri si trova ricoverata nel reparto di chirurgia plastica dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. È lì che medici e chirurghi, dopo le prima cure, cercheranno nei prossimi giorni di lenire e rimediare alle gravissime lesioni dell’incidente.
L’operaia tessile di origini albanesi di 34 anni, vive con il marito ad Asolo da un paio d’anni ed è madre di due bimbi piccoli che frequentano la scuola primaria. Ieri, come tutte le mattine, si trovava al lavoro, alla Imanoi – Frasson Tech Soles di via dell’artigianato a Casella d’Asolo, azienda specializzata nella progettazione e realizzazione di calzature.
Forse per una disattenzione o per una triste fatalità, la donna è rimasta gravemente mentre stava utilizzando un macchinario. La donna è rimasta impigliata con i capelli in un rullo e il meccanismo le ha procurato un distaccamento del cuoio capelluto. Le condizioni dell’operaia, nonostante l’estesa ferita alla festa causata dal macchinario, sono fortunatamente rimaste stabili. Non è mai stata in pericolo di vita, ma il dolore lancinante l’ha lasciata sotto chok.
La 34enne è stata accompagnata d’urgenza presso il nosocomio di Castelfranco Veneto e poi trasferita all’ospedale di Treviso. Dell’episodio è stato allertato il nucleo Spisal dell’Usl 2 e i tecnici, già nella mattinata di ieri, hanno svolto gli accertamenti del caso, ascoltato il racconto dei proprietari e dei colleghi di lavoro della donna che hanno assistito all’incidente.
Sembra che la 34enne al momento dell’incidente non indossasse la cuffia che le dipendenti dell’azienda devono utilizzare proprio per evitare episodi di questo tipo. Nei prossimi giorni la relazione dello Spisal sarà trasmessa alla procura di Treviso che valuterà eventuali provvedimenti in merito. Per ora non risultano esserci indagati e non sono stati eseguiti sequestri.