Il Covid ha messo in ginocchio gli aeroporti, ma l’emergenza prima o poi finirà e allora bisognerà mettere mano al sistema aeroportuale del Veneto. Per esistere un sistema aeroportuale dev’essere sotto il controllo azionario di uno stesso gruppo o proprietà e deve avere un coordinamento centrale che nel Veneto e nel Nord-Est, ancora, non esiste.
L’espressione Sistema Aeroportuale del Nord-est l’aveva coniata al tempo l’ingegnere Carmine Bassetti, già direttore generale dell’Aeroporto di Verona, proprio in una prospettiva di sviluppo del Catullo, sotto la guida di Save, ma diversi politici della sinistra veronese, e non solo, ritengono che il socio privato non abbia fatto abbastanza per rilanciare lo scalo, favorendo invece il Marco Polo di Venezia.
Situazione simile anche al Canova di Treviso, gestito anche qui dal Comune e da Save, che nonostante i detrattori, ha detto di voler investire su nuove tratte e in questo senso va l’accordo da poco firmato con la compagnia Ryanair. La ripresa post-Covid infatti dovrà per forza passare dal rilancio del turismo per cui gli aeroporti saranno essenziali e dovranno farsi trovare pronti.
Ma bisogna investirci parecchi milioni e i soci pubblici non sempre sono nella condizione di farlo. E quindi se al Catullo serve un aumento di capitale ecco che entra in campo il socio privato, nel nostro caso Save. Ma negli ultimi giorni si è fatto avanti una delle casseforti della città, Cariverona, che si è detta disposta a comprare le quote di Save.
Enrico Marchi, presidente di Save, l’ha presa come una battuta, anzi rilancia dicendosi pronto a comprarne altre, attualmente detiene il 41% a fronte di Aerogest, che raccoglie i soci pubblici, con il 47%. Marchi si dice convinto che il Polo aeroportuale del Nordest funzioni, e auspica venga riconociuto come Sistema del Nordest unificato, per ricavarne vantaggi ancora maggiori, soprattutto per rilanciare la nostra Regione, mortificata in molti settori (dalle banche alle infrastrutture).
Per il futuro c’è ottimismo, l’accelerazione della compagnia vaccinale è un buon segnale e si spera che presto si possa tornare a viaggiare.
L.M.