Nel 2020 su 68 progetti infrastrutturali monitorati in tutto il Nord Italia, 23 risultano completamente fermi (pari al 34%); 24 invece (35%) hanno avuto un avanzamento inferiore ai programmi e solamente 21 (31%) hanno soddisfatto le aspettative. Tra le cause, oltre alla pandemia, si riscontra il mancato finanziamento di molti progetti, come nel caso delle ferrovie di adduzione ai tunnel svizzeri del Gottardo e del Loetchberg; la burocrazia legata alle procedure e ai processi decisionali, per esempio nelle opere di accessibilità ferroviaria e stradale a Malpensa; e il persistere di veti e indecisioni politiche su diversi progetti, come la Gronda di Genova e il collegamento stradale Vigevano-Malpensa. Sono invece proseguite secondo le aspettative le opere dove è stato forte il commitment politico come il tunnel ferroviario del Brennero e le tratte di alta velocità Brescia-Verona e Verona-Padova.
Sono alcune delle principali evidenze contenute nell’Osservatorio territoriale infrastrutture nord (Oti nord), giunto alla 20° edizione. Quest’anno l’Osservatorio, grazie all’adesione – per la prima volta – di tutte le Confindustrie del Nord Italia, amplia il monitoraggio sullo stato di avanzamento dei progetti infrastrutturali strategici di questa parte del Paese, proponendo soluzioni per affrontare le criticità esistenti. Ad Assolombarda, Confindustria Genova e Unione Industriale di Torino – promotori dell’analisi – si aggiungono Confindustria Emilia-Romagna, Confindustria Friuli Venezia Giulia, Confindustria Liguria, Confindustria Lombardia, Confindustria Piemonte, Confindustria Trento, Assoimprenditori Alto Adige e Confindustria Veneto, dando al progetto un respiro nazionale.
I risultati di Oti nord sono stati presentati questa ieri nel corso dell’evento “Il futuro delle infrastrutture per un’Europa più vicina”, trasmesso in live streaming su ‘Genio & impresa’, webmagazine di Assolombarda. L’appuntamento è stato anche l’occasione per rimarcare il ruolo delle infrastrutture per il rilancio economico del Paese e per portare all’attenzione del Governo la necessità di fare scelte strategiche per la competitività del Nord.
Al dibattito hanno preso parte Alessandro Spada, presidente di Assolombarda; Giorgio Marsiaj, presidente Unione Industriale di Torino; Enrico Carraro, presidente Confindustria Veneto; Giovanni Mondini, presidente Confindustria Genova. Tra gli altri relatori: Umberto Lebruto, amministratore delegato Fs sistemi urbani; Vittorio Biondi, direttore politiche industriali e competitività del territorio Assolombarda; Armando Brunini, amministratore delegato Sea Aeroporti di Milano; Marco Bucci, commissario straordinario per la Ricostruzione e sindaco di Genova; Matteo Gasparato, presidente Uir-Unione degli interporti riuniti; Guido Ottolenghi, presidente comitato tecnico logistica e trasporti, Confindustria; Mario Virano, direttore generale Telt.
“L’investimento nelle infrastrutture deve essere una priorità per lo sviluppo del territorio – spiega Alessandro Spada, presidente di Assolombarda – che, per essere realmente vivibile, competitivo e attrattivo, deve puntare ad essere sempre più sicuro e connesso. In questo scenario, il Nord Italia, al centro della grande manifattura europea, gioca un ruolo fondamentale di traino. L’obiettivo deve essere quello di rafforzare, attraverso un sistema infrastrutturale integrato, i collegamenti tra Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto ed Emilia-Romagna che, insieme, rappresentano un grande rettangolo produttivo nel cuore dell’Europa”.
Per Spada “è dunque fondamentale valorizzare la grande occasione del Pnrr, dimostrando capacità di esecuzione rispetto alle opere strategiche e contrastando la burocrazia per realizzarle. Da questo punto di vista, un primo importante banco di prova riguarderà le infrastrutture previste per le Olimpiadi di Milano-Cortina, una straordinaria opportunità di crescita e di innovazione per i nostri territori. Infine, per promuovere un Paese davvero integrato, propongo di costruire un monitoraggio di sistema anche per le infrastrutture digitali, che sono condizione essenziale per lo sviluppo”.
“Oti nord – ha commentato Enrico Carraro, presidente Confindustria Veneto – è la naturale evoluzione del progetto Oti nord ovest Confindustria Veneto, insieme alle altre Confindustrie regionali del nord est, ha voluto esserci perché riteniamo che sia fondamentale, in una logica di sistema, considerare il Nord del Paese come area privilegiata di interconnessione con l’Europa per innescare processi virtuosi di mobilità sostenibile e di sviluppo della logistica. Attraverso le nostre regioni passano infatti diversi corridoi europei che garantiscono i collegamenti est-ovest e nord-sud, favorendo l’integrazione di relazioni e filiere produttive rilevanti per tutta Europa e garantendo gli indispensabili flussi di merci, materie prime, componentistica, necessarie a tutto il sistema paese e a tutta l’Unione europea”.
Come si legge nel rapporto di Oti nord, rimane drammatica la mobilità del trasporto merci e in particolare dei trasporti eccezionali sulla rete stradale esistente. La mancata programmazione delle chiusure di tratte stradali e autostradali ai mezzi pesanti per i necessari lavori di ammodernamento e manutenzione ha paralizzato e continua a paralizzare la circolazione in Liguria. Anche nelle altre Regioni non è garantita la continuità degli itinerari stradali, in particolare laddove limitazioni al transito su ponti e viadotti impediscono la possibilità di passare da una Regione all’altra e di raggiungere i porti di partenza dei manufatti eccezionali come quelli di Marghera e Ravenna.
Anche le opere afferenti alle reti Ten-T, che permettono all’Italia sia di rimanere agganciata ai grandi flussi europei sia di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità previsti dal Green Deal Europeo (ovvero trasferire il 75% delle merci trasportate su ferrovia), vanno avanti a rilento. Delle 15 opere riguardanti i grandi assi ferroviari, 6 sono avanzate secondo le aspettative (il 40%), mentre 7 (il 47%) sono rimaste sostanzialmente ferme e le altre hanno avuto avanzamenti inferiori alle attese. In particolare, se sono andate avanti le opere lungo il Corridoio Mediterraneo, Baltico-Adriatico e Scandinavo-Mediterraneo, hanno subito ritardi quelle poste lungo il corridoio Reno-Alpi così come la ferrovia del Ponente Ligure e il corridoio plurimodale Tirreno Brennero (TI.BRE). Analogamente è ferma la realizzazione del Passante di Bologna, della Bretella Campogalliano Sassuolo e della Cispadana.
Infine, tra le priorità condivise dai promotori di Oti nord, c’è il completamento di alcune opere strategiche per il territorio, che si sarebbero dovute concludere tra la fine di quest’anno e il prossimo. Dalle opere di connessione ai valichi svizzeri lungo il Corridoio Reno-Alpi al nodo stradale di San Benigno, dal nodo ferroviario di Genova al completamento del servizio ferroviario metropolitano di Torino; dal potenziamento stradale tra Rho-Monza, la variante stradale Varesina e il prolungamento della metropolitana 1 a Monza; alla nuova strada Magenta-Abbiategrasso-Vigevano per quanto riguarda le connessioni all’aeroporto di Malpensa. Oltre al potenziamento del terminal intermodale di Milano Smistamento; alle opere di potenziamento infrastrutturale del porto di La Spezia, alla Pedemontana Veneta.