“Un progetto non solo di Padova per Padova, ma per l’area metropolitana e l’intero Veneto”, così Leopoldo Destro, presidente di quell’Assindustria Venetocentro parla dell’hub dell’innovazione che sta prendendo forma. Un viale dell’innovazione che dalla stazione arriva in fiera e al piazzale della Stanga e di lì, poi, guarda verso Padova Est, al futuro policlinico universitario, passando per Padova Uno, l’area delle aziende di servizi tecnologici e digitali.
È il direttore generale di Friuladria Credit Agricole, Carlo Piana, a pensare di localizzare a Padova il terzo polo italiano, dopo Milano e Parma, nella rete dei 40 acceleratori Le Village. “Decisione molto positiva, indice dell’aver valutato con interesse l’opportunità che si sta creando di un ecosistema forte”, sostiene Destro.
Questo perché l’acceleratore di Credit Agricole, destinato a far diventare imprese startup promettenti, potendo contare sulla finanza per gli investimenti, viene ad inserirsi su un insieme di strutture che stanno prendendo vita intorno all’università, lungo l’asse di via Venezia.
Di questo complesso progetto fanno parte la Fiera, il Competence Center Smact, che ha riunito i laboratori degli atenei del Triveneto attivi nelle iniziative di ricerca per le imprese, e il Digital Innovation Hub europeo, che dovrebbe intercettare le esigenze delle imprese. E poi anche la nuova sede della Scuola di ingegneria dell’Università di Padova, con tutti i laboratori.
Il secondo polo si concentrerà poi alla Stanga, al centro direzionale della Cittadella, dov’è già collocata la sede padovana della Confindustria di Treviso e Padova, al terzo piano, con al quarto la sua società di formazione Forema. Sarà al piano terra, su 1.500 metri quadrati, che dovrebbe insediarsi l’acceleratore di Credit Agricole (a Parma, a un anno dall’apertura, ha già inserito 50 startup). Con una struttura societaria in cui la banca avrà la maggioranza, ma in cui si inseriranno altri soci, a partire da Assindustria, e imprese, soggetti privati ed enti interessati ad investire sia nell’acceleratore che nelle nuove realtà che vi cresceranno.
“Saremo pronti per l’inizio del prossimo anno e per alcuni aspetti già alla fine di questo – spiega Destro -. Si stanno studiando in questo momento i ‘verticali’, le aree su cui caratterizzare l’attività dell’acceleratore in osmosi con i punti di forza del territorio. Partner importanti hanno colto l’interesse del territorio ad investire”.
Il tutto sarà raddoppiato, al piano superiore, dal trasferimento della Scuola italiana di design e dell’incubatore del Parco scientifico Galileo, lo stadio iniziale antecedente a quello dell’acceleratore. L’idea è chiara: “Collocare nello stesso palazzo un incubatore, un acceleratore e il mondo delle aziende, in una rete che ha già un ponte forte con quanto succede a Treviso con T2i e in stretto collegamento con quanto succederà in una fiera che sta cambiando pelle, credo lanci un messaggio chiaro sul futuro – conclude il capo di Assindustria Venetocentro -. Sulla possibilità di studiare e formarsi, di sviluppare le nuove competenze dei giovani e di attrarle nelle nostre imprese, mandandoli all’estero semmai attraverso di loro; ma anche aprendo alla possibilità di creare nuovi imprenditori. Se stiamo perdendo aziende, credo che il nostro compito sia anche di creare un ecosistema adatto a farne crescere di nuove”.