Non c’è stato tutto il trambusto che alcuni speravano, di fatto l’iniziativa #ioapro, portata avanti da baristi e ristoratori ha riscosso una partecipazione tiepida, più ideale che pratica.
Nei giorni scorsi la Fipe-Confcommercio, pur dicendo di capire la frustrazione dei lavoratori del settore aveva detto: “La nostra responsabilità di parte sociale ci impone di mettere la legalità a prerequisito della nostra azione collettiva. Ciò significa proteggere i nostri associati dai rischi e dalle prese di posizione che li allontanano dal Paese e li espongono a sanzioni pesanti. Il Ministero dell’Interno è stato molto chiaro sui provvedimenti di controllo che verranno adottati nei confronti di chi non rispetta la legge. Inoltre, ci siamo battuti per mesi a difesa della reputazione del settore, trattato in modo sproporzionato dai provvedimenti come fonte di contagio e non valorizzato come attività essenziale. Se in seguito ad aperture forzose si dovesse casualmente registrare un nuovo picco nei contagi, l’intera categoria sarebbe ulteriormente danneggiata anche da questo punto di vista. Gli italiani hanno sempre manifestato grande attaccamento e vicinanza ai loro Pubblici Esercizi, ma sarebbe difficile solidarizzare con atti così distanti dal comportamento condiviso. Il rischio è quello di intraprendere azioni senza storia e senza futuro, che penalizzano tutti. Un’associazione di rappresentanza, se è tale, può e deve vedere questi pericoli. Porteremo quindi ancora ai tavoli sindacali e istituzionali le nostre necessità, rappresentandole con la forza delle nostre ragioni e il peso della nostra serietà”.
Eppure in tanti non hanno ascoltato le indicazioni di alcune associazioni e hanno voluto dimostrare le proprie convinzioni come la pasticceria Le Sablon di Padova che ha deciso di offrire il servizio al tavolo nonostante le restrizioni. Verso le 13 quattro poliziotti sono entrati e hanno preso le generalità dei clienti per stilare i verbali di multa, stesso procedimento toccato al titolare. “La polizia è passata per dissuadermi in mattinata – racconta il titolare Luca Scandaletti –. È giusto, per carità, devono fare il loro lavoro. Ma io ho deciso comunque di andare avanti per mandare un segnale”.