Se ci si chiedeva chi potesse tutelare la causa palestinese all’interno della comunità musulmana, ora che gran parte dei Paesi arabi sta appoggiando il nuovo corso (super) filo-israeliano dettato da Trump, la risposta potrebbe giungere da Istanbul.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha infatti ospitato i rappresentanti di Fatah e Hamas, storicamente opposti, nel tentativo di trovare un punto d’incontro per il bene della causa comune palestinese e volto all’adottare una “strategia nazionale”, come è stata definita. Nello specifico, elezioni eque e libere e appianamento delle divergenze che si trascinano ormai da anni tra le due opposte fazioni.
Abbas, il Presidente dell’Autorità palestinese (l’autogoverno che ha giurisdizione sulla Cisgiordania e la Striscia di Gaza), è alla ricerca di attori internazionali dalle spalle larghe per far fronte ai venti avversi che soffiano, nelle ultime settimane, sulla Palestina. Giacché, ha capito che sulla Lega Araba può far poco affidamento, anzi.
Per imporsi in maniera credibile con interlocutori esteri è però fondamentale risolvere il prima possibile gli scontri all’interno e parlare con una voce (più o meno) unica a livello internazionale.
Nel complicato dedalo d’alleanze e rivalità mediorientali, Fatah si distingue per essere un movimento moderato, laico e improntato su valori social-democratici; Hamas per contro, persegue una visione politico-militare di un islam più radicale e fondamentalista, in linea con la Fratellanza Musulmana, di cui è diretta emanazione. Proprio i Fratelli Musulmani, cui è legatissima la Turchia di Erdogan ed il Qatar – entrambi esclusi, difatti, dai nuovi accordi di normalizzazione che riguardano Israele – possono offrire un aiuto non irrilevante alla causa dei Palestinesi; e dar vita ad un gruppo di Paesi, comunque sunniti, che faccia da contraltare all’ “Asse della resistenza sciita” e soprattutto al nascente “Accordo Abraham”.
Così viene infatti chiamato il processo che sta formalizzando l’alleanza, semitica, tra Israele, Bahrein ed Emirati Arabi Uniti sotto l’egida degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita.
Federico Kapnist