Su Jack Ma se n’erano sentite di tutti i colori. Si era perfino arrivati a dubitare che non fosse più in vita; o che, più probabilmente, fosse stato vittima di un temporaneo esilio forzato o di una detenzione nelle galere cinesi.
Ciò che è successo in realtà, lo sa solo lui e qualche alto funzionario del Partito Comunista Cinese. Quel che è certo, è che dopo il pesante scontro con le autorità di Pechino, andato in scena lo scorso ottobre, Jack Ma, l’uomo più ricco di Cina e fondatore di Alibaba (la Amazon asiatica) è tornato a farsi vedere.
In un video – trasmesso online in occasione del concorso che premia i migliori insegnanti delle aree rurali della Cina – Ma ha sottolineato l’importanza che riveste lo sviluppo delle zone più arretrate del Paese al fine di aumentare la prosperità collettiva. Specificando come questo passi inevitabilmente attraverso la formazione scolastica e, quindi, tramite buoni insegnanti.
Jack Ma era sparito dopo aver pesantemente criticato i vertici della politica cinese durante una conferenza tenutasi a Shanghai lo scorso ottobre. Nell’occasione, li aveva paragonati ai gestori dei banchi dei pegni, criticandoli per come bloccano le prospettive di crescita dell’economia del fu Celeste Impero.
Poco tempo dopo, Pechino aveva bloccato la discesa in borsa del braccio finanziario di Alibaba, ANT (raccontata sulle colonne del nostro giornale), e messo sotto accusa alcune pratiche lesive della libera concorrenza praticate da Alibaba.
Il sospetto è che il richiamo all’ordine nei confronti di Jack Ma da parte del Partito sia stato poderoso; e abbia costituito un ammonimento di tutto rispetto a non sfidare ulteriormente le autorità statali. Pechino ha recentemente dimostrato, casomai ve ne fosse stato bisogno, di non farsi troppi scrupoli di fronte alla ricchezza ed al potere detenuto dai privati. Solo due settimane fa, è stata emessa una condanna a morte per corruzione nei confronti di Lai Xiaomin, uno degli uomini più ricchi di Cina.
La battaglia di Xi Jinping per sradicare il crescente potere dei miliardari cinesi, è solo all’inizio.
Federico Kapnist