Doping, accuse e solitudine: Jannik Sinner racconta l’incubo che ha rischiato di infrangere i suoi sogni. Ecco come ha trovato il coraggio di andare avanti.
Nel mondo del tennis, fatto di partite combattute e momenti di gloria, Jannik Sinner ha dovuto affrontare una sfida inaspettata e drammatica: un’accusa di positività al doping che ha travolto ogni certezza. “Quando ho sentito la parola ‘positivo’ al telefono, per un attimo è stato il buio totale. Non sapevo cosa dire,” racconta il tennista. Era nella sua casa di Montecarlo quando il suo manager, Alex Vittur, lo ha chiamato per dargli la notizia. All’inizio, Jannik aveva frainteso, pensando che il manager parlasse del suo atteggiamento positivo: “Sì, Alex, sono sempre positivo.” Ma subito dopo, il gelo: “No, Jannik, sei positivo al doping.”
Per Sinner, quel momento ha rappresentato il crollo improvviso di tutto ciò che aveva costruito con determinazione e sacrificio. “Ancora oggi non riesco a spiegarmelo. Sapevo di essere innocente, eppure ero assalito dalla paura e dal dubbio,” confessa. Le settimane seguenti sono state dure e confuse, segnate da sospetti e malintesi che hanno lasciato profonde cicatrici. Non poter confidarsi con nessuno, per non compromettere l’indagine, è stato un fardello enorme: “Non potevo parlarne, nemmeno sfogarmi con qualcuno. Mi sono chiuso in me stesso, e sul campo tutto sembrava più difficile.”
Anche durante i tornei, il suo stato d’animo risentiva della situazione: “A Wimbledon, mi sentivo strano, quasi disconnesso. Mi guardavo attorno chiedendomi cosa pensassero di me.” Nonostante la sua voglia di riscatto, Jannik faticava a ritrovare il sorriso e la leggerezza di sempre.
Dopo la prima assoluzione per il caso Clostebol ad agosto, Sinner ha continuato a giocare, nonostante la WADA (Agenzia Mondiale Antidoping) abbia fatto ricorso, prolungando l’attesa di una risposta definitiva. La sua esperienza, però, lo ha reso più forte: “So che ci sarà un verdetto, ma questa volta sono preparato.
Ho imparato molto su di me in questi mesi.” Al fianco del suo psicologo sportivo, Riccardo Ceccarelli, Sinner ha imparato l’importanza di affrontare le emozioni e conoscersi profondamente: “Imparare a capirsi, accettare le proprie vulnerabilità: queste sono le vere vittorie, che vanno oltre quelle sul campo.”
Nonostante il caso doping, Sinner è ora pronto per le ATP Finals di Torino, dove affronterà i migliori tennisti del mondo. Con una serie di match imminenti contro De Minaur, Medvedev e Fritz, il tennista altoatesino si prepara a scendere in campo con una nuova consapevolezza, accompagnato dalla sua straordinaria forza interiore.
“Ogni volta che vedo i miei tifosi, so che sto facendo la cosa giusta,” conclude Sinner. Per lui, il percorso non è stato solo una scalata professionale, ma una vera e propria lotta contro le ombre del dubbio e della paura. Jannik, però, guarda al futuro con determinazione, consapevole di aver trovato, anche nei momenti più bui, il modo di superare sé stesso.
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