Jeff Bezos è andato nello spazio. Esattamente 52 anni dopo, nella data simbolica del 20 luglio giorno dell’allunaggio, ecco il primo viaggio con esseri umani a bordo organizzato dalla società da lui stesso fondata, la Blue Origin.
Un viaggio durato in tutto poco meno di 11 minuti e che si è concluso con successo. “Incredibile, è stato incredibile. Il giorno più bello di sempre”, si sente urlare dalla capsula atterrata nel deserto del Texas. E arriva anche il commento della Nasa, che su Twitter scrive: “Congratulazioni al team di Blue Origin per il primo volo con equipaggio umano di New Shepard! Non vediamo l’ora di fare voli futuri con a bordo ricercatori e carichi tecnologici utili, sostenuti dalla Nasa”.
Bezos sta così inaugurando l’era del turismo spaziale. Insieme a lui, il fratello Mark e due persone che rappresentano (ancora, simbolicamente) due lontane generazioni. La prima è Wally Funk. Ex pilota 82enne, la donna aveva partecipato all’addestramento della Nasa negli anni ’70, ma mai partita perché il suo programma venne annullato. Ultimo passeggero è il 18enne olandese Oliver Daemen. Studente di medicina – nonché figlio del Ceo di Somerset Capital Partners Joes Daemen – è l’unico ad aver pagato il biglietto per la prima missione di Blue Origin. È il più giovane “astronauta” della storia.
Prima di iniziare il loro viaggio verso il confine suborbitale, i quattro hanno seguito un allenamento all’interno del training center di Blue Origin. Il New Shepard – chiamato come Alan Shepard, il primo americano ad essere andato nello spazio, nel 1961 – è alto 18 metri ed è dotato di un motore chiamato BE-3 che gli permette di accelerare verso lo spazio fino a quattro volte la velocità del suono (Mach 4) così come si tornare alla base rallentano fino a 8 chilometri all’ora.
Il New Shepard rappresenta solo il primo passo delle missioni (turistiche) spaziali a cui la Blue Origin sta lavorando. Il primo, ma importantissimo, step, ha permesso alla società di creare e sperimentare una tecnologia che permettesse di produrre razzi in grado di decollare e atterrare in verticale. Un sistema scalabile, su cui si stanno progettando nuovi velivoli per viaggiare nello spazio orbitale e persino per raggiungere la Luna. Oltre al programma New Glenn – un nuovo razzo ancora più potente di New Shepard – nel 2019 Blue Origin ha presentato Blue Moon, un lander che viaggerà verso il satellite nel 2024.