A qualcuno potrebbe sembrare un po’ stile “tremate-tremate-le streghe-son-tornate!”, ma vista la fonte autorevole, vale la pena di prendere in considerazione la proposta avanzata dal dottor Franco Pellegrini, medico di lungo corso e docente universitario, che in questi giorni attraverso una sua breve pubblicazione, sostiene una tesi molto empirica, più che altro una convinzione, secondo la quale, una candela accesa, per esempio sul tavolo di un ristorante, frapposta tra due persone, che mangiano e parlano tra di loro, potrebbe sterilizzare l’aria, diminuendo la possibilità di trasmissione del virus.
Pellegrini oltre ad essere l’attuale presidente di una nota Casa di Cura di Occhiobello, nella sua vita ha lavorato negli ospedali di Ferrara, Rovigo, Lonigo, Comacchio e Brema, in Germania, e ha svolto attività didattica e scientifica nelle Università di Ferrara e di Roma, firmando pubblicazioni che spaziano dall’anatomia patologica a quella sperimentale e dall’istochimica alla morfologia.
La sua casistica operatoria personale annovera migliaia di interventi chirurgici, di diverso genere. In questo caso, come ha voluto sottolineare più volte il dottor Pellegrini non si tratta di un’evidenza scientifica, ma più che altro di un’intuizione, sviluppata riflettendo sulle candele che vengono accese in Chiesa dai fedeli: la loro fiamma infatti, attraverso l’elevato calore, che può arrivare a 1400 gradi nel punto più caldo e, a circa 500 in quelli più freddi, “attrae ed elimina dall’aria germi e virus, che sono presenti, in modo che, una volta riscaldata e purificata, l’aria salga verso l’alto, creando un vuoto sottostante, che viene poi riempito da altra aria circostante più fredda”.
Quindi la convinzione di Pellegrini deriva dal fatto che questa abitudine, in uso da sempre, ha rappresentato nei secoli oltreché un atto di devozione, anche un “gesto sanitario”.
Tra l’altro, anche nel dubbio, una candela accesa, male non può fare. E, comunque il lavoro dato alle stampe e fatto pervenire anche al Presidente Luca Zaia, vuole essere da parte del suo autore un’esortazione ad approfondire ulteriormente la sua tesi per trarne le conclusioni che verranno ritenute più opportune. Un barlume di speranza, un’intuizione luminosa, che potrebbe rendere le serate molto più sicure oltreché romantiche e, magari permettere una riapertura anticipata e di ristoranti e bar, anche la sera.