A chi non è capitato di ricevere queste presunte mail della Polizia che vi accusano di qualcosa? E’ una truffa, e vi spieghiamo perché
Ti è mai arrivata una di quelle email che ti fanno sudare freddo? Apri la casella e trovi un messaggio apparentemente ufficiale dalla Polizia di Stato che ti accusa di aver visitato siti a luci rosse. Panico, vero?
D’altronde, diciamocelo, chi non si è mai trovato – magari per caso – su un sito del genere? Ma prima di andare in tilt o pensare che i tuoi segreti più oscuri siano venuti a galla, fermati un attimo. Spoiler: quella mail non è dalla Polizia, e molto probabilmente è solo un tentativo di truffa.
Naturalmente tutte queste email sono create da truffatori professionisti. In alcuni casi, potrebbero essere il frutto di uno scherzo di cattivo gusto organizzato da qualche amico. Magari qualcuno con accesso al tuo computer o che conosce i tuoi gusti ha deciso di farti uno “scherzetto”. Anche in questo caso, la regola è sempre la stessa: non cadere nel panico e verifica prima di fare qualsiasi cosa.
Ci sono tre motivi fondamentali per cui quella non può essere una comunicazione ufficiale delle autorità, e te li spieghiamo in modo semplice.
1. La Polizia non usa la tua mail “normale” per notificarti reati
Per qualsiasi comunicazione formale, soprattutto legata a presunti reati, le autorità non usano una semplice email. Hai mai visto la Polizia mandare un’accusa del genere a pincopallino@email.com? No, perché non è così che funziona.
Se davvero ci fosse qualcosa da notificarti, verresti contattato tramite mezzi ufficiali: posta cartacea, un incontro diretto o, nel caso di comunicazioni digitali, al massimo tramite PEC (Posta Elettronica Certificata). Una mail personale e non certificata non è in nessun caso il canale scelto per comunicazioni di questo tipo.
E non pensare nemmeno che sia “l’amico hackerato” che ti scrive: quelle email di solito sono create per sembrare ufficiali, ma basta un’occhiata attenta per notare errori di ortografia, strani indirizzi mittente e altre incongruenze.
2. La “call to action” è sospetta
Quasi sempre queste email contengono un invito a fare qualcosa: cliccare su un link, inserire i tuoi dati personali, o peggio ancora, pagare una multa. Ed è qui che scatta la trappola.
Domandati: che motivo avrebbe la Polizia di Stato di chiederti di compilare un form online con i tuoi dati sensibili? Nessuno. Le autorità hanno già i tuoi dati se davvero devono contattarti per qualcosa di serio. Questo tipo di “call to action” non è solo sospetta, è il cuore del raggiro: vogliono spaventarti per farti abbassare la guardia e indurti a consegnare informazioni che useranno contro di te.
3. Guardare porno non è reato (di per sé)
La terza ragione, e forse la più importante, è che guardare contenuti per adulti in Italia non è illegale. Certo, ci sono eccezioni gravissime, come la fruizione di materiale pedopornografico, che è giustamente perseguibile dalla legge. Ma se sei un adulto che guarda contenuti per adulti, non stai commettendo alcun reato.
Come proteggerti da queste mail truffa
Quindi, in buona sostanza, anche se fosse vero che hai visitato un sito “compromettente” (e non lo è detto che lo sia!), nessuna autorità ti manderebbe una mail per accusarti.
Queste email giocano sulla paura e sulla mancanza di informazioni. Ma c’è un trucco semplicissimo per smascherarle: usa sempre Google! Seriamente, se una notizia ti sembra strana o sospetta, cerca online con poche parole chiave. Ad esempio: “mail Polizia accusa siti porno truffa”. Nel 99% dei casi troverai articoli o forum che confermano i tuoi sospetti.
Altri consigli utili:
- Non cliccare mai sui link sospetti contenuti in email di dubbia provenienza.
- Controlla sempre il mittente, soprattutto se l’email dice di provenire da un ente ufficiale. Un dominio strano tipo “polizia-stato-info.com” è un’enorme bandiera rossa.
- Non inserire mai i tuoi dati personali in siti non verificati.
Dietro queste mail non c’è nessuna autorità, ma qualcuno che cerca di ingannarti per rubare dati o soldi. Il phishing – ovvero il tentativo di sottrarre informazioni personali con l’inganno – è una truffa sempre più comune. Ma con un po’ di attenzione, puoi evitarlo senza problemi.
Allora, la prossima volta che ricevi una mail simile, prenditi un respiro profondo e chiediti: è più probabile che la Polizia mi scriva via Gmail o che sia solo una bufala? La risposta, ormai, la sai già.