Lorraine Berton, Presidente di Confindustria Belluno-Dolomiti, che si era subito accorta che nella bozza del Recovery Plan non c’era traccia di progetti infrastrutturali per il Bellunese, non ha permesso che la cosa passasse inosservata e ha subito lanciato il suo appello, anche in considerazione del fatto che, a certe latitudini, quello delle infrastrutture è già da troppo tempo un nervo scoperto.
Così, nei giorni scorsi, in molti le hanno espresso la propria solidarietà in un coro unanime: “Per non far morire la Montagna, servono investimenti”, perché, se si vuole combattere la desertificazione delle Terre Alte, evitando lo spopolamento, diventa necessario creare le condizioni per renderle attrattive, sia dal punto di vista infrastrutturale, che da quello delle politiche del lavoro.
Sicuramente negli ultimi anni qualcosa si è mosso, come ha voluto sottolineare anche il presidente della Provincia, Roberto Padrin, almeno per quanto riguarda gli interventi sulla Alemagna e sulla 51bis in vista sia dei Mondiali di Cortina di quest’anno, che per le varianti di Longarone e Cortina, per le Olimpiadi del 2026, oltre all’elettrificazione della linea ferroviaria, che se tutto andrà bene dovrebbe arrivare fino a Calalzo.
Ma non è abbastanza. Il Bellunese, con la terra delle Dolomiti è Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco e ha un urgente bisogno di infrastrutture, “ma devono smetterla di proporci progetti da terzo mondo, anche i Montanari hanno una dignità!” Così sul tema, è intervenuto anche il presidente della Camera di Commercio Belluno-Treviso, Mario Pozza, che puntando sulla sostenibilità, ha detto che “il governo potrebbe rivalutare la pianificazione delle opere pubbliche, soprattutto nelle aree più critiche, guardando ai grandi eventi con investimenti green e favorendo la circolazione e gli spostamenti, che tanto incidono sulla qualità della vita di abitanti, turisti ed imprenditori”.
Pozza ha rilanciato anche l’ormai storica questione del prolungamento dell’A27 Venezia-Belluno, che nell’idea originaria, degli anni Sessanta, quando un gruppo di Camere di commercio la lanciò, avrebbe dovuto essere la mitica Venezia-Monaco, una vera grande opera europea, mentre, più recentemente, “il Passante Alpe Adria-prolungamentoA27”, prevedeva un tracciato di prolungamento, verso nord, da Pian di Vedoia, Ponte nelle Alpi, a Macchietto, nel comune di Perarolo, in gran parte realizzato in galleria artificiale.
“Le valli e l’Italia, senza sbocco a nord sono chiuse, ostaggio delle altre nazioni, che decidono quando devono esportare, pertanto mi associo al grido d’allarme lanciato dalla Presidente di Confindustria, Berton”.