La prima impressione che si percepisce osservando un’opera analitica è quella di non aver libero accesso ai suoi personali codici di linguaggio. Rispetto alle altre correnti pittoriche quella analitica offre rari stimoli sensoriali, le linee e le forme sono ridotte al minimo come anche i colori che sembrano utilizzati con particolare moderazione e oculatezza.
Invece per chi ritenesse opportuno concedere un ulteriore momento di considerazione/riflessione diventa un’opportunità di viaggio e di scoperta. Confrontarsi con i concetti che stanno alla base di quest’arte permette di apprezzare le sue sfumature e i dettagli, le pennellate ben distinte e la purezza dei colori che si trasformano in luce rifratta sulla tela. L’astrazione come concretizzazione di un’idea le forme e i colori come a semplificare lo spazio.
Questi dipinti esigenti richiedono a chi li consulta attenzione e concentrazione, ma allo stesso tempo permettono ad esso di apprendere e acquisire le capacità dell’ottimo osservatore, andare oltre la qualità estetica per apprezzare l’esecuzione e il processo che ne ha consentito la semplificazione delle forme.
Il maggior successo della tendenza analitica, al di là dei singoli percorsi, è infatti quello di costringere la lettura di ogni testo pittorico non direttamente, ma attraverso il filtro della riflessione personale sulla pittura.
La collezione della Fondazione VAF in parte ospitata attualmente nella galleria di Padova M.A.G., riunisce opere chiave di questa corrente. Sono due le opere rappresentative di questo genere pittorico esposte negli ambienti che esprimono completamente questo genere pittorico davvero speciale. La prima opera è di Elio Marchegiani e la seconda di Riccardo Guarneri.
- Elio Marchegiani – Composizione di colore – supporto intonaco
- Galleria di Padova M.A.G.
- Riccardo Guarneri – Gradazione di angoli acuti 412/ III