A lottare contro il Covid, anche nei periodi più bui della pandemia, oltre a medici, infermieri e personale sanitario, c’erano loro, uomini e donne dei multiservizi, che tutti i giorni pulivano e sanificano uffici, imprese e ospedali. Dei lavoratori invisibili di cui a quanto pare ci si dimentica in fretta.
Lavorano per 7 euro lordi all’ora con contratti “spezzatino”. Storie assurde, che parlano di precariato con contratti divisi tra più datori di lavoro, per via del sistema di appalti e sub appalti, e retribuzioni bloccate a sette anni fa, quando è scaduto il precedente contratto nazionale collettivo, che non è stato ancora rinnovato.
Ma loro hanno continuato a lavorare, anche quando non c’erano i presidi sanitari per tutti. Questo malessere ieri è arrivato fino a Roma, dove si è tenuta la mobilitazione nazionale, che ha visto presidi anche in altre zone d’Italia.
Questa è l’unico modo per fare sentire la loro voce e per cercare di portare avanti le trattative bloccate da troppi anni. “A giugno è stato sottoscritto un avviso comune tra associazioni datoriali e organizzazioni sindacali – si legge in una nota dei sindacati – per chiedere al Governo e alle Istituzioni regole certe e sostegno per il settore, convenendo che il rinnovo del Contratto Nazionale, da realizzare in tempi brevi, era il primo passo per dare il giusto riconoscimento a tante lavoratrici e lavoratori che sono stati e restano ancora in prima linea nella emergenza pandemica negli appalti pubblici e privati”.
“In quell’avviso comune erano precisati i punti da discutere per arrivare ad un accordo – proseguono da Cgil, Cisl e Uil –, ma quando sono partiti gli incontri di discussione, le parti datoriali hanno invece presentato una lista di richieste su temi relativi a flessibilità, diritti e costi, riportando la trattativa indietro nel tempo”.
I lavoratori chiedono un’equa retribuzione, che sia proporzionata al costo della vita, e condizioni di lavoro accettabili, di contro i datori di lavoro si dicono disposti a trattare solo in cambio di maggior flessibilità, perpetuando così una situazione di precarietà che aziende e cooperative dei multiservizi vivono da anni e tutto questo ha di fatto bloccato ancora una volta il rinnovo del contratto.
Il rischio è che se la contrattazione non avrà degli esiti positivi, o quantomeno non vedrà la disponibilità da parte a di tutti gli attori coinvolti ad un dialogo, si possa arrivare ad uno sciopero, con importanti ripercussioni per ospedali, aziende ed uffici che si troverebbero senza personale.