Questa mattina si sono radunati sotto palazzo Ferro Fini, gli addetti del settore dello spettacolo chiedendo soluzioni alternative alla chiusura totale. I rappresentanti delle varie categorie, circa 300 persone, hanno manifestato con striscioni, bandiere, e slogan. C’erano attori di teatro, musicisti e cantanti, lavoratori del circo e degli spettacoli ambulanti e pure membri di associazioni sportive.
Un’iniziativa “artistica” con i ballerini che hanno danzato nelle calli, animando il corteo. Tra gli organizzatori ci sono i sindacati Cgil, Cisl e Uil: “Non vogliamo alimentare il negazionismo e le tensioni sociali ma siamo preoccupati per la decisione di chiudere del tutto i settori della cultura e dello spettacolo, oltre che palestre e piscine, per un mese. Comprendiamo la necessità, attraverso il meccanismo del coprifuoco come effettivamente succede in tutta Europa, di raffreddare la curva dei contagi; ma nei teatri, nei cinema e nei centri sportivi dal lockdown di primavera si era investito per una ripartenza in sicurezza attraverso distanziamento, sanificazioni, riduzioni dei posti per gli spettatori. Questo rischia di essere un colpo mortale per il settore”, dicono i sindacalisti.
“È necessario – continuano – che si trovino tutte le possibili soluzioni alternative, ad esempio permettendo le attività in fasce orarie diverse e nei weekend, per non buttare tutto il lavoro fatto fino ad ora per mettere in sicurezza il settore che aveva programmato stagioni teatrali, proiezioni cinematografiche, attività e corsi nello sport. Ma soprattutto servono aiuti certi, rapidi e trasparenti per tutte le lavoratrici e lavoratori dello spettacolo e della produzione culturale”.
le manifestazioni si sono tenute da Milano a Roma, da Bologna a Firenze animate dallo stesso entusiasmo, ma purtroppo con la curva dei contagi che continua a crescere la speranzi di riaprire diventa sempre più flebile.