Ci ha pensato un’altra volta Ghisberto, con la sua ironia graffiante e incontrovertibile, a dare una lettura alternativa al clamore mediatico sulle morti degli afroamericani, per mano della polizia, negli Stati Uniti.
La celebre pagina Facebook, che con le sue vignette sa accendere la luce su vizi e controsensi della nostra società, questa volta è volata oltreoceano per commentare, a modo suo, il caos in cui sta sprofondando la società americana. La vignetta in questione mostra Trump sopra un cumulo di morti; al suo fianco un altro cumulo di morti, più alto, e con, sopra di esso, Obama e sua moglie Michelle.
Nel cumulo degli Obama campeggia un cartello che recita “1152 neri uccisi dalla polizia negli ultimi 4 anni con Obama come presidente”; mentre, in quello di Trump, un altro cartello dice “904 negli ultimi 4 anni con Trump”. Sempre nella vignetta, Michelle parla dichiarandosi indignata dall’ennesimo episodio di violenza contro un nero e accusando Trump di questo clima di violenza; quest’ultimo si lascia andare ad un laconico: «Da quale pulpito…».
La vignetta, nella sua semplicità, fotografa la strumentalizzazione di due grandi problemi americani – la brutalità della polizia e l’emarginazione di ampi strati della società – in chiave evidentemente politica. Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali in autunno, i Democratici stanno infatti accusando Trump per il clima di tensione innescato dalla polizia; giocandosi la carta della solidarietà nei confronti delle minoranze più deboli e volendo così apparire dalla parte dei “buoni”.
I numeri, perentori, indicano però che durante la presidenza di Obama, gli afroamericani non se la passavano certo meglio, anzi. E che Obama, seppur nero, fece gran poco per risolvere questo problema. L’unica cosa diversa da allora, è il clamore mediatico riservato alla vicenda: totale e globale durante Trump, pressoché inesistente durante Obama.