90 milioni di dosi inoculate, 30 milioni di persone che hanno già ricevuto la doppia dose, 27 persone su 100 che hanno già ricevuto un “jab” dell’agognato vaccino.
Sono gli Stati Uniti, colpiti in maniera dura dalla pandemia, ad emergere insieme ad Israele e Regno Unito come assoluti vincitori di questa prima fase della campagna vaccinale. E questo, come si può ben intuire essendo passati appena due mesi dall’insediamento di Joe Biden, sta accadendo anche grazie all’eredità lasciata dal suo predecessore, il discusso Donald Trump.
Se alcuni atteggiamenti “riduzionisti” da parte del tycoon non lo hanno sicuramente aiutato nella sfida elettorale, è però vero come questi si sia ben speso nel mettere a punto un’efficiente macchina del vaccino.
Il piano in questione aveva perfino un nome, Warp Speed; che strizza l’occhio alla saga di Star Trek per lasciar subito intuire come la velocità fosse il suo elemento più importante. Ebbene, già a novembre la macchina era pronta a partire; forte degli accordi stretti a suon di miliardi di dollari con le principali case farmaceutiche in procinto di mettere in commercio l’atteso farmaco. 2 miliardi di ordini a Pfizer non appena avesse concluso i test e 2,5 miliardi di dollari a Moderna sotto forma di investimenti governativi.
Ecco come gli USA sono praticamente davanti a tutti in questa sentitissima gara. Certo, avere “in casa” due eminenti membri di Big Pharma (le due case farmaceutiche citate sono entrambe americane) e la possibilità di stampare moneta praticamente all’infinito ha giocato un ruolo determinante; ma suona in ogni caso come un riscatto del “negazionista” Trump nella lotta al Covid.
Federico Kapnist