Le prospettive di crescita del nostro Paese sono a ribasso e ormai anche Bankitalia lancia l’allarme: “La forte contrazione del Pil registrata nel 2020 porterà a un aumento di circa 2.800 fallimenti entro il 2022”. La previsione è contenuta nella nota sui Fallimenti d’impresa in epoca Covid, curata da ricercatori della Banca d’Italia, sulla base della relazione tra fallimenti e ciclo economico.
Il dato ancora più preoccupante è che ai circa 2.800 fallimenti potrebbero aggiungersene altri 3.700 del 2020 che non si sono realizzati per gli effetti temporanei della moratoria e delle misure di sostegno. Queste previsioni, si evidenza nel report, “vanno interpretate con cautela: da un lato, potrebbero essere sottostimate, nella misura in cui la caduta eccezionale del Pil comporterà un aumento maggiore di fallimenti rispetto a quanto stimato da precedenti fasi recessive; dall’altro lato, potrebbero essere sovrastimate se le misure di sostegno adottate e l’intensità della ripresa economica saranno capaci di aiutare le imprese a fronteggiare la difficile fase congiunturale”.
Nel documento si legge ancora che: “Le evidenze disponibili indicano che le misure economiche di sostegno alle imprese hanno ridotto in misura significativa l’impatto della crisi. Tuttavia, l’incertezza sulle prospettive economiche, l’aumento dell’indebitamento delle imprese e l’indebolimento patrimoniale nel frattempo intervenuti sollevano l’interrogativo di come si evolveranno i fallimenti nei prossimi mesi, quando saranno «ritirate» le misure di sostegno ed emergeranno i fallimenti «congelati»”.
C’è un altro dato che va analizzato: nonostante il momento critico e una perdita del Pil del 9%, nel 2020 il numero di fallimenti è diminuito di circa un terzo rispetto al 2019. Come mai? La risposta di Bankitalia si ricollega a due fattori. In primo luogo, vi hanno contribuito la moratoria sui fallimenti (in vigore da inizio marzo a fine giugno) e il rallentamento dell’attività nei tribunali in conseguenza delle misure di contenimento della pandemia. In secondo luogo, alcune delle imprese già in difficoltà prima della pandemia, e che presumibilmente sarebbero fallite in corso d’anno, potrebbero essere sopravvissute grazie alle misure di sostegno economico.
In questo ultimo caso quindi si tratterebbe solo di fallimenti rimandati nel tempo. Nei prossimi mesi i ricercatori sottolineano infatti che i falimenti potrebbero aumentare di circa 6.500 casi (quasi il 60% di quelli registrati nel 2019) entro il 2022, di cui una parte maggiore già nel 2021.