Secondo quanto riportato da LaPresse, il responsabile europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità, Hans Henri Klug, sarebbe sul punto di ritirare le deleghe all’attuale vice presidente della sezione europea, il dottor Ranieri Guerra. Una decisione che a quanto si dice è questione di giorni. Ranieri Guerra, componente del Comitato tecnico scientifico che si occupa del contrasto all’epidemia di Coronavirus, a stretto contatto con il ministero della Salute, è stato per lungo tempo un’eminenza grigia, ma adesso si trova da giorni sotto i riflettori. A fare scoppiare il caso la questione del Piano pandemico italiano mai aggiornato e la presunta sparizione di un documento dell’Oms molto severo nei confronti del nostro Paese.
Il documento in questione era stato pubblicato il 13 maggio 2020 dal Regional Office for Europe dell’Oms, con il titolo “An unprecedented challenge; Italy’s first response to COVID-19”, ed era stato scritto da esperti dell’European Office for Investment for Health and Development dell’Oms, a Venezia. Pubblicato e ritirato il giorno seguente per delle pressioni esterne, di chi non è dato sapere, ma alcuni dicono di avere prove che sia stato proprio Ranieri Guerra, per non mettere in imbarazzo il ministero della Sanità, con un documento che di fatto constatava l’impreparazione del nostro sistema sanitario durante la prima fase di gestione dell’epidemia.
L’altro ieri, intervistato dal Fatto Quotidiano, lo stesso Ranieri Guerra era intervenuto sulla questione, assicurando di non essersi opposto alla pubblicazione del dossier: “Il rapporto dell’Oms Europa sull’Italia pubblicato e poi rimosso? Qualcuno da Copenaghen, sede dell’Oms Europa, ha detto ‘approvatelo in fretta’. Ma è stata data solo un’approvazione condizionata al rispetto delle prescrizioni dell’ufficio legale. E Francesco Zambon, coordinatore degli autori, ha deciso di pubblicarlo subito”.
E aggiunge: “Ho detto a Zambon che c’erano delle inesattezze, per esempio le tabelle di mortalità non erano giuste, e ho chiesto di spostare di due giorni la pubblicazione, anche per informare il ministero della Salute che ne ignorava la redazione: fairness istituzionale”.
In merito alla mancanza di un piano pandemico aggiornato fa sapere che “il generale Pier Paolo Lunelli dice che c’erano nuovi elementi fin dal 2013, ma allora c’era il mio collega Giuseppe Ruocco. Io sono arrivato a fine 2014 e ho dovuto gestire diverse epidemie – Ebola, Zika, West Nile, Chikungunya – per cui ho confermato la vigenza del piano pandemico antinfluenzale (l’ultimo è del 2006 ndr), per poi iniziare il percorso di revisione e allertare la ministra quando era in uscita, nell’ottobre 2017”, ha spiegato Ranieri Guerra, a capo della Prevenzione al ministero della Salute dal 2014 al 2017.
“Non c’è stato il tempo per rinnovare il piano con le Regioni, anche perché era annunciata per il 2018 una revisione completa delle procedure Oms – e continua -. Per l’epoca successiva bisogna chiedere al dottor Claudio D’Amario. Comunque Sars-Cov2 è un virus diverso da quelli influenzali, non si combatte con gli antivirali stoccati al ministero”.
Ma queste affermazioni sono contestate punto per punto dal viceministro della Sanità, Pierpaolo Sileri, che si domanda come sia stato possibile che in 14 anni non sia stato presentato un nuovo Piano pandemico e adesso chiede le dimissioni di Ruocco, segretario generale del ministero e già responsabile della Prevenzione. A mettere in ordine le cose – come se non bastasse il rischio di un nuovo lockdown e di una terza ondata – deve pensarci il ministro Speranza che, forse, ha già troppi grattacapi per la testa.
L.M.