Nella notte del 12 novembre 2019 Venezia è stata sommersa da 187 cm di acqua. Un disastro che ha ricordato l’Aqua Granda del ‘66 e il delicato equilibrio tra l’acqua, la città e la comunità che la abita. In quella notte di un anno fa le sirene non finivano mai di suonare, e non la smettevano neanche i telefonini. Un’enorme mole di messaggi privati, scritti e vocali, di foto, video e post sui social network, hanno raccontato momento per momento quelle ore concitate e i giorni seguenti.
Gran parte di questo materiale è stato raccolto e viene da oggi restituito al pubblico grazie al progetto AquaGranda 2019, realizzato dall’Università Ca’ Foscari Venezia con Science Gallery Venice, in collaborazione con le istituzioni partner del Distretto veneziano di ricerca e innovazione (DVRI), la partnership scientifica del Centro Previsione e Segnalazione Maree del Comune di Venezia, Ismar-Cnr, Citizen Science Center Zurich e il patrocinio di Confartigianato.
L’idea di costruire una memoria collettiva digitale è nata grazie all’impulso di Odycceus, un progetto di ricerca europeo coordinato da Ca’ Foscari che si occupa di conflitti sociali in Europa analizzando i dibattiti online. È un modo per commemorare la catastrofe, comprendere la reazione della comunità, offrire nuovi spunti di riflessione critica su come affrontare future avversità.
Centinaia di cittadine e cittadini hanno risposto in questi mesi alla call di Science Gallery Venice offrendo il loro materiale e tutti possono continuare a contribuire inviando la propria testimonianza: oltre 500 video, 4500 foto e 4500 altri tipi di testimonianze con i quali è stato creato un archivio digitale, presentato e navigabile nel sito web del progetto: aquagrandainvenice.it
A un anno da quell’evento, ieri, 12 novembre 2020, Ca’ Foscari e le istituzioni partner hanno presentato il progetto Aquagranda 2019 e il percorso futuro. Alla presentazione sono intervenuti Tiziana Lippiello, Rettrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; Massimo Warglien, coordinatore di Odycceus, professore all’Università Ca’ Foscari di Venezia; Neal Hartman, Direttore di Science Gallery Venice; Alvise Papa, Responsabile del Centro Previsione e Segnalazione Maree del Comune di Venezia; Michele Bugliesi, Presidente del Distretto Veneziano Ricerca e Innovazione (DVRI); Bruno Bernardi, Presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa; Giorgio Busetto, Direttore della Fondazione Ugo e Olga Levi Onlus; Giovanni Pellegrini, Regista del documentario “Città delle Sirene”, Ginko Film.
I contenuti raccolti saranno accessibili attraverso QR code da molti luoghi della città colpiti dalla marea. Verranno organizzati una serie di workshop e seminari e, il 21 aprile, si inaugurerà una mostra diffusa nella città, costituita da opere virtuali ispirate ai contenuti dell’archivio e realizzate da alcuni artisti internazionali.
Le opere saranno fruibili ovunque dal proprio telefonino e nelle sedi del DVRI ospitanti tra cui: Ismar-Cnr (Palazzo Canonica), Fondazione Querini Stampalia Onlus, Fondazione Ugo e Olga Levi Onlus, Fondazione Bevilacqua La Masa e Conservatorio Benedetto Marcello.
Gli strumenti recentemente sviluppati da Odycceus e basati sull’analisi dei dati, l’intelligenza artificiale e la computer grafica, hanno permesso di raccogliere i dati dei social network, di rilevare le opinioni sociopolitiche che li hanno generati e di visualizzare questi modelli utilizzando grafici, suoni, video e realtà virtuale.
Questi metodi scientifici non solo danno una visione unica di questo particolare evento, ma ci aiutano anche a comprendere le dinamiche generali con cui l’informazione si propaga, le opinioni si formano e gli antagonismi e polarizzazioni nascono e si sviluppano nei social media. Le intuizioni acquisite sono rilevanti nel contribuire ad affrontare al meglio eventi ecologici catastrofici che probabilmente diventeranno più frequenti nei prossimi decenni.