Non si placa lo scontro in Etiopia tra le forze del governo centrale di Addis Abeba e quelle dell’esercito secessionista del Tigray, oramai in corso da oltre due mesi.
Fonti locali confermano come le sorti del conflitto stiano favorendo il governo centrale, con uccisioni e arresti dei più importanti leader “tigrini” che aumentano di giorno in giorno. In un clima, purtroppo, sempre più contraddistinto da brutalità e violenze commesse da entrambe le parti. Triste ed abituale epilogo degli scontri su base etnica che troppo spesso ammorbano l’intero continente africano ed in particolare l’Etiopia; un complesso mosaico in cui, con enorme fatica, provano a convivere circa 80 etnie diverse.
A peggiorare la situazione, anche l’intromissione del Sudan. Che, confinante con l’Etiopia, ha visto le proprie frontiere essere attraversate in massa, nelle scorse settimane, da cittadini in fuga dalle violenze della guerra in atto. Il tutto con gravi ripercussioni sulle condizioni socio-economiche interne, già assai precarie. Le autorità di Khartoum hanno pensato, allora, di approfittare della momentanea distrazione delle forze armate etiopi, cercando di ribaltare e sfruttare la situazione a proprio favore. E hanno così iniziato a lanciare attacchi oltre confine per provare a riconquistare alcune porzioni di territorio – attualmente etiopi – ma su cui pende una contesa tra i due Paesi che si trascina da tempo immemore. Eredità delle mappe geografiche decise a tavolino dalla Gran Bretagna nel ‘900.
Nel mezzo del conflitto etiope, infine, spicca una notizia riportata dal quotidiano “L’Avvenire”; secondo la quale, in mezzo alla guerra civile sarebbe finita anche la mitica (o mitologica) Arca dell’Alleanza. La celebre cassa di legno e oro – utilizzata, così dice la Bibbia, dagli israeliti per custodire le tavole della legge dettate a Mosè da Dio sul Monte Sinai – secondo una delle diverse versioni che circolano sul suo destino, si troverebbe nella città di Axum, nel Nord dell’Etiopia. Portatavi dalla regina di Saba e lì custodita da millenni da un monaco; che, uno dopo l’altro, sceglie di dedicare la propria vita all’Arca isolandosi dal mondo esterno per custodirla, sino alla morte, all’interno del tempio di Maria di Sion.
Secondo quanto riporta il quotidiano cattolico, le forze governative avrebbero ucciso oltre 700 persone; immolatesi per impedire che i militari potessero irrompere nel Tempio. Fede e martirio, così come leggenda e realtà, si mescolano ancora nelle millenarie sabbie d’Etiopia.
Federico Kapnist