L’arte di Venezia, di plasmare il vetro al fuoco trasformandolo in un incantevole caleidoscopio di colori, è entrata nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco.
La candidatura era stata depositata ufficialmente, a Roma, nel 2017, da Italia e Francia e proposta dalla Comunità dei perlai veneziani, rappresentati dal Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle perle di vetro veneziane. I lavori sono poi stati coordinati dal Ministero della Cultura.
Nel dossier, sono state specificate tutte le diverse lavorazioni: “perle a lume”, avvolgimento di vetro fuso alla fiamma, intorno ad un bastoncino di metallo; “perle da canna”, taglio e molatura di canne di vetro forate; infilatura di perline di vetro; e realizzazione in fornace di “canne di vetro”.
L’arte delle perle di vetro, un’arte minore, anche se non meno elaborata e ricca di storia dei tradizionali vetri di Murano, come vasi, candelabri e sculture, è una forma di artigianato tra le più antiche e conosciute dell’umanità ed è risalente almeno all’epoca romana, anche se probabilmente era già presente in Egitto e Mesopotamia.
L’idea di un comitato era nata in un momento in cui la produzione di collane e perline, era in profonda crisi, basti pensare che nel 2008 c’erano una trentina di aziende specializzate ed oggi ne sono sopravvissute solo quattro. Ora tutti si augurano che questo riconoscimento possa essere il volano per la ripresa di un arte così antica e amata.
“È motivo di grande orgoglio, alla vigilia delle celebrazioni per i 1600 anni dalla fondazione di Venezia, poter vedere per una delle eccellenze della nostra tradizione, un riconoscimento così prestigioso e significativo. Attraverso le perle e la loro infinita bellezza, legata indissolubilmente alla loro estrema fragilità, proprio come la nostra città, vogliamo ricordare al mondo intero, che abbiamo il dovere di tutelare il frutto dell’ingegno e della creatività dell’uomo”, ha commentato soddisfatto il sindaco Luigi Brugnaro.
Soddisfatti anche Luca Zaia e Gianni Checchi, segretario di Confartigianato, che sperano in un nuovo impulso per un settore, duramente colpito dalla crisi pandemica. Inutile dire che in un momento così difficile per la città, la notizia sia stata accolta come un segnale di speranza, affinché Venezia possa tornare a brillare come le sue perle di vetro.