È intitolato “Gravità degli effetti causati dalla sospensione della didattica in presenza e delle attività sportive su bambini e ragazzi”, l’appello-protesta di pediatri e psicologi del Veneto per chiedere la riapertura delle scuole. Sono già arrivate a 140 le firme raccolte tra i medici delle diverse province, in calce ad un documento che sarà fatto pervenire al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia e all’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan.
Ciò che medici, psicologi ed educatori chiedono a gran voce è una presa di coscienza da parte del mondo della politica dei danni collaterali della pandemia sulla massa fragile e silenziosa di bambini e ragazzi, perché come ribadiva ieri il filosofo Massimo Cacciari, oltre a contare i morti per covid, bisognerebbe cominciare ad occuparsi anche di chi sta soffrendo psicologicamente o economicamente, cercando di offrire delle soluzioni, perché questo dovrebbe essere il compito della politica.
“Sono innumerevoli i danni che la sospensione della didattica in presenza e la mancata socializzazione stanno avendo sui ragazzi”. Sono in continuo aumento forme di stress, ansia, disturbi psico-somatici, disturbi post-traumatici da stress e ossessivo-complulsivo, oltre a gravi forme di autolesionismo. Poi sull’altro fronte, si registra un’impennata del numero degli adescamenti di minori sul web, da collegare proprio alla chiusura di scuole e attività sportive, che spingono i ragazzi a trascorrere molte ore su tablet, computer e telefono.
La portavoce dei medici e degli psicologi, che hanno firmato l’appello-protesta, la pediatra Elena Mozzo di Padova, spiega che le “le scuole, di ogni ordine e grado, devono essere riaperte subito, perché non stiamo difendendo i nostri ragazzi, che in questo momento stanno pagando conseguenze gravissime. Abbiamo notato il moltiplicarsi di danni psico-fisici e di abusi in Rete: sono sempre di più i minori vittime di adescamento tramite web, il doppio rispetto all’anno scorso, secondo i dati della polizia postale. La pandemia alimenta abusi e sfruttamento sessuale sui minori, oltre al fenomeno della pedopornografia online”.
Inoltre, “è stato evidenziato un incremento di oltre il 50% di casi di pubertà precoce durante il lockdown del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, pertanto come professionisti dell’area medica e psicologica non possiamo più tacere, perché abbiamo il dovere di tutelare le fasce più fragili della popolazione, che sono il nostro futuro. Vogliamo essere una comunità che aiuta e sostiene bambini e adolescenti a riappropriarsi di una sana vita affettiva e di relazione, base essenziale per la costruzione del proprio benessere psico-fisico”.
Il documento, che oltre ad essere inviato alle istituzioni regionali, verrà diffuso sui social, sta continuando a raccogliere firme e consenso, anche tra i medici di altre regioni.