Oggi faremo un tour, tutto virtuale all’interno della galleria MAG|MORE THAN AN ART GALLERY, dove sono raccolte le 21 opere su carta dell’artista irlandese Francis Bacon.
La scelta espositiva segue i tre temi fondanti della sua ricerca estetica e stilistica: i papi, le crocifissioni, e le “head“ cioè i ritratti. La prima stanza è dedicata alle opere in tempera, pastelli, e collage su carta a colori, mentre la seconda stanza della galleria è dedicata ai disegni a matita su carta in bianco e nero, composti e definitivi.
Il collage diventa una tecnica che assume un ruolo importante nei lavori su carta, perché, spiegava Bacon: “Il collage è un’importante tecnica compositiva nell’ultimo Matisse, lì la tecnica condiziona e cambia il suo stile, in me è il contrario, è un modo per cercare di continuare a comporre su carta con lo stesso stile che avevo con i quadri ad olio”.
Il senso del disegno
I suoi disegni rappresentano il desiderio irrequieto dell’atto creativo, rispetto alle tele, ci offrono il profilo di un artista in costante dialettica con la natura e il valore dei risultati raggiunti, ci parlano delle sue ossessioni più intime. Vediamo nelle opere su carta una vera e propria “lotta” titanica tra il foglio e la matita.
Essa viene usata quasi come un “puntello” o un “coltello” per penetrare il foglio. Un disegnare violento e gestuale, aggressivo, un rimando quasi all’erotismo, e all’atto sessuale, ciò testimonia non solo il suo temperamento artistico e lo stile ma anche la sua personalità.
L’artista “dell’istinto” ci trascina nel suo mondo sin dalle prime opere che potrete vedere esposte da MAG. L’immagine per Bacon nasceva dall’inconscio che per lui racchiudeva la vera freschezza interiore di ogni essere umano. Tramite i suoi lavori voleva fare emergere senza false retoriche le sue più nascoste inclinazioni.
Egli nella propria epoca rimette al centro dell’arte la figura dell’uomo in un periodo storico dominato dal Surrealismo e dall’arte astratta. Molti dei personaggi ritratti appartengono all’ambito religioso (papi, ecclesiastici, le crocifissioni) e sono un chiaro segno (sebbene fosse ateo) dell’adesione di Bacon non alla religione corrente ma alla “religione dell’arte”, perchè è stato l’artista più agnostico del Novecento, poco incline verso i misticismi religiosi, non confidava in un “altrove” ma credeva solo nella dimensione terrena e materiale dell’arte e della vita.
La figura del papa
L’artista conferisce alla figura del papa una forte componente profana: i papi appaiono dispotici, furiosi, ingabbiati, pietrificati nella loro stessa grandiosità. Egli ha lavorato per oltre vent’anni sulla figura del papa come variazione del magnifico ritratto di Papa Innocenzo X di Velazquez fino a farlo diventare per lui una vera e propria ossessione estetica.
Le crocefissioni
Le crocifissioni invece rappresentano la crudeltà dei momenti della storia umana. Bacon era da sempre stato affascinato da dipinti di macelli e carne, li ha sempre ritenuti simili alla crocifissione di Cristo. Non ha mai smesso di avere come punto di ispirazione per la serie delle crocifissioni il Cristo deriso di Cimabue e la “Crocifissione” di Picasso, attingendo alla realizzazione di queste figure anche dall’immaginario del sadomasochismo che lo riguardava in prima persona e dalle visioni che osservava in macelleria, che lo portavano a riflettere sulla condizione “finita” dell’esistenza.
I disegni provocatori di Bacon ritraggono individui obesi, crocifissi con i loro genitali penzolanti, che conferiscono al soggetto un aspetto dissacrante.
Le head e le standing figure
Le sue “head” e le “standing figure”, infine, rappresentano l’irrequietezza dell’uomo contemporaneo, in modo crudo e diretto. L’obiettivo cruciale dei suoi ritratti era quello di catturare le vibrazioni del soggetto rappresentato. L’artista scompone il volto umano, accartocciando e dilatando con le mani le fotografie dei suoi suoi amanti, amici o soggetti del mondo del cinema, e partendo da queste, iniziava a disegnare su carta e a conferire ai volti delle sue opere i caratteristici lineamenti “mutanti”. Ciascun ritratto sembra ricordarci l’inesorabile arrivo della morte.
Un comune denominatore nei soggetti di Francis è il tema della corporeità: il corpo assume dei tratti tortuosi e deformati come allegoria del suo tempo. Le parti del corpo di maggior rilievo nella sua attività artistica sono gli occhi e la bocca, soprattutto quest’ultima per l’artista, era il cuore degli impulsi dell’essere umano.
Egli diceva: “Mi piace il bagliore e il colore che fuoriesce dalla bocca, e ho sempre sognato di dipingere la bocca nella stessa maniera in cui Monet ha dipinto i tramonti”.
Non possiamo congedarci dall’universo di Bacon senza riportare le parole di Andrew Sinclair, che al meglio descrivono questo controverso e affascinante artista, scrisse così: “Bacon era un artista danneggiato, che ha saputo trasformare la sua vita e tradurre la violenza della sua epoca in immagini. Nelle sue opere c’è sempre quell’immagine d’ombra, la traccia di un evento drammatico della sua vita: il fantasma dell’amico morto, la terribile immagine del suicidio, il disordine dei sensi. Il suo obiettivo era fare in modo che lo sguardo affrontasse la mancanza di forma, la nuda vita, il terrore che risiede in essa, o la paura mettendo a nudo il desiderio, sia esso piacere erotico o rabbia frustrante”.