Con l’incremento nuovamente della didattica a distanza la maggior parte degli studenti tornerà a seguire le videolezioni e sono diverse le soluzioni adottate dagli istituti scolastici superiori del Polesine che hanno dovuto adeguarsi all’ordinanza della Regione mettendo in campo la dad integrata per almeno l’85% degli studenti fino al 24 novembre.
Molti istituti hanno studiato un metodo di rotazione che garantirà a tutti gli studenti di frequentare almeno delle lezioni in aula, cosa non sempre facile, perché si cerca di tutelare sia gli studenti più giovani, che affrontano i loro primi mesi di superiori, che i maturandi che a fine anno dovranno affrontare l’esame di stato.
Ma i problemi non sono solo questi: Amos Golinelli, preside dell’Iis “Levi” di Badia Polesine spera anche che la connessione regga a una tale mole di traffico, una preoccupazione comune a molti dirigenti. I docenti terranno da scuola, infatti, anche le lezioni a distanza, perciò in ogni istituto si terranno diverse videolezioni in contemporanea e la rete potrebbe non riuscire a gestire il traffico.
“Stiamo pregando che la rete regga, qui in Alto Polesine le infrastrutture non sono le migliori”, non nasconde Maria Elisabetta Soffritti, dirigente scolastico dell’Iis “Munari” di Castelmassa e Trecenta che sta già studiando un “piano B” in tal senso.
“In linea di massima, da noi saranno a scuola in presenza due o tre classi per due volte a settimana con una rotazione che dura una settimana o una settimana e mezza, a seconda delle scuole e del rispettivo numero di classi. L’orario resta invariato, ma per la didattica a distanza faremo ore da 50 minuti in modo da consentire a studenti e docenti di avere dieci minuti per staccare”.
Diversa, invece, la scelta fatta dall’Iis “Viola-Marchesini” di Rovigo in cui frequenteranno in presenza solo le classi prime di tutti i plessi, mentre per gli studenti degli anni successivi saranno garantite almeno venti ore di lezione a distanza. Oggi si terranno incontri virtuali dei consigli di classe per concordare l’orario della didattica a distanza integrata riducendo da 32 a 20 le ore settimanali.
Soluzioni difficili e sofferte che non sempre riescono a rispondere alle necessità degli studenti, in particolare di quelli il cui piano di studio prevede molte ore di laboratorio o pratica sul campo.