Saif-al-Islam, letteralmente “la spada dell’Islam”, uno dei sette figli del colonnello Muammar Geddafi, è tornato a farsi sentire con un’intervista rilasciata al New York Times.
Seif – scampato per miracolo alle epurazioni della famiglia Gheddafi, avvenute in seguito al barbaro omicidio del padre – ha detto che in questi anni ha “monitorato la situazione in Medio Oriente e riorganizzato la forza politica paterna”, chiamata Movimento Verde.
49 anni, studi universitari nel Regno Unito e sensibilità (almeno a parole) verso i diritti umani cari all’Occidente, non si è espresso sulla fatidica domanda posta dal giornalista; ovvero se intenda candidarsi alle prossime elezioni presidenziali in dicembre.
La sua candidatura non sarebbe sgradita alla Russia (una delle potenze attualmente presenti in Libia); ma a fargli “compagnia” nella sfida si vocifera che potrebbe esserci niente meno che il figlio di Haftar, il generale che guida la Cirenaica. E tanto basta per paventare nuovi scenari di tensione tra le due opposte fazioni che attualmente si spartiscono l’ex colonia italiana.
La Libia sta assaporando, da qualche mese, una fragile tregua; dopo anni di guerra civile contaminata dalla presenza di grandi attori mondiali. La più grande sfida all’orizzonte sarà senza dubbio quella di riuscire a far svolgere le elezioni.
Federico Kapnist