“Enough is enough”, quando è troppo è troppo. Si potrebbe riassumere così quanto andato in scena al “The Den”, stadio dell’east-end di Londra in cui milita il Millwall, formazione della Championship (la nostra serie B) di calcio inglese.
L’Inghilterra nello scorso fine settimana ha salutato il ritorno del pubblico agli stadi, seppur con il limite di 2.000 spettatori. E nella partita casalinga del Millwall contro il Derby County, dove milita la stella Wayne Rooney, prima del fischio d’inizio è andato in scena un teatrino anti-discriminazione. Con i giocatori delle due squadre che si sono inginocchiati in supporto della causa “Black Lives Matter” (BLM), iniziata nella scorsa estate a seguito dell’omicidio di George Floyd, negli Stati Uniti.
L’eccesso di solidarietà nei confronti dei diritti dei neri, con il gesto reso ormai celebre in tutto il mondo, non è piaciuto però al pubblico, che ha sonoramente fischiato e rimproverato i calciatori. La cosa ha ovviamente fatto il giro del Regno Unito (e d’Europa) in men che non si dica; scatenando nuovamente il dibattito attorno al movimento resosi colpevole di violenze e insulti alla storia del Paese, con gesti gravissimi quali l’abbattimento di statue di Winston Churchill, autentico eroe nazionale.
I tifosi del Millwall hanno giustificato le loro proteste non volendo in alcun modo sostenere la discriminazione razziale; ma, bensì, per prendere posizione contro un movimento oramai di estrema sinistra che insulta la storia del Regno Unito e ha pervaso ormai ogni ambito della politica e dello sport.
L’Inghilterra, da sempre all’avanguardia nei diritti civili ma ossessionata, allo stesso tempo, dal rispetto forzato di ogni diversità e dalla conseguente volontà di stroncare ogni opinione che differisca, si trova a un bivio. Difendere a spada tratta una causa partita con un nobile fine – i BLM – ma che ha preso una deriva a tratti ridicola, spesso violenta e che insulta la storia del Paese, o difendere l’integrità dei propri valori che hanno reso grande il Regno Unito nei secoli?
Nel dubbio il Millwall ha fatto sapere che d’ora in avanti chiederà ai giocatori non più d’inginocchiarsi ma, invece, di abbracciarsi, come segnale contro la discriminazione razziale. Millwall – Black Lives Matter 1 a 0. Tutti sotto la doccia.
F.K.