È al lavoro alla Casa Bianca, dal pomeriggio di ieri, il nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
Dopo una cerimonia di insediamento a tratti surreale – scaldata sì dall’inno nazionale cantato da Lady Gaga, ma con pochissima folla e controllata da migliaia di militari per evitare nuovi assalti in stile Capitol Hill – il mondo ha assistito all’ultimo volo sull’Air Force One di Donald Trump.
E mentre in Italia, durante la diretta della cerimonia, si doveva assistere ad uno squallido gioco di parole rivolto a Melania Trump da parte del liberal Alan Friedman (e Dio solo sa cosa sarebbe successo se l’insulto, “escort”, fosse stato rivolto alla signora Obama o Biden), prendeva definitivamente vita il nuovo corso democratico. Con il presidente uscente che, dopo settimane di odio e incitamento a sovvertire il risultato delle elezioni, ha sotterrato l’ascia di guerra benedicendo l’America e augurando buona fortuna al nuovo corso presidenziale.
E proprio in merito ai prossimi quattro anni, anche Joe Biden, come fece all’epoca Trump, ha iniziato la sua presidenza a suon di decreti. Con lo scopo, non celato, di dare subito un forte segnale di inversione di marcia su temi importanti e di scottante attualità: Covid19, clima, immigrazione.
Tra le misure, l’obbligo di mascherine in tutti i luoghi di giurisdizione federale (dai mezzi di trasporto agli uffici); l’immediato ritorno di Washington negli accordi sul clima di Parigi e nell’OMS; il nuovo blocco, dopo quello di Obama, alla costruzione dell’oleodotto Keystone XL (che dal Canada, attraversando ed impattando territori sacri ai nativi americani, dovrebbe portare petrolio verso gli Stati Uniti); l’abolizione del “muslim ban”, attraverso cui Trump, in maniera controversa, aveva impedito l’ingresso negli Stati Uniti a cittadini di determinati paesi musulmani; e poi difesa contro le espulsioni di immigrati, maggiori tutele per le conseguenze economiche della pandemia e molte altre misure che, come annunciato, saranno rilasciate nelle prossime ore.
Un attivismo di tutto rispetto da parte del 78enne Biden; che nelle settimane a venire dovrà svelare anche uno degli aspetti più critici della sua presidenza: la politica estera. Mosca, Pechino, Teheran, ma anche Bruxelles, Ankara e Riyadh sono alla finestra.
Federico Kapnist