Se l’obiettivo di Putin era quello di destabilizzare l’Unione Europea, creando caos e fratture sui vaccini, si può dire che sia già stato perfettamente raggiunto.
A prescindere da quello che possono pensare i detrattori del presidente russo, certo è che i risvolti geopolitici infiammano sempre di più la questione legata alla fuoriuscita dalla pandemia. E a condire ulteriormente la vicenda, ci si è messa l’Austria del giovane cancelliere Sebastian Kurz. Il quale, appellandosi al “non avere paraocchi geopolitici” quando si parla del Covid-19, ha ordinato un milione di dosi dello Sputnik V che saranno consegnate nei prossimi due mesi.
Kurz ha più volte criticato la politica europea nel gestire la distribuzione dei farmaci anti-pandemici; puntando in particolar modo il dito verso il vantaggio di alcuni stati rispetto ad altri. Anche alla luce di questo problema, non ha voluto attendere il via libera da parte dell’EMA (l’Agenzia Europea del Farmaco) decidendo di agire autonomamente.
L’Austria sarà così il terzo Paese UE, dopo Ungheria e Slovacchia (oltre a San Marino) ad utilizzare il vaccino messo a punto dal Gemaleya Institute di Mosca.
E proprio in Slovacchia, il premier Igor Matovic è stato costretto a dimettersi sulla scia delle polemiche, all’interno della sua coalizione di governo, per l’arrivo dello Sputnik. A nulla sono valse le spiegazioni di Matovic, volte alla tutela della salute pubblica in un periodo in cui si riscontrava la carenza degli altri vaccini di produzione occidentale e già approvati dall’EMA. La robusta corrente anti-russa all’interno della Slovacchia – un paese per decenni, insieme alla Repubblica Ceca, sotto la dominazione sovietica – ha avuto la meglio nello scontro politico; scavalcando la priorità di uscire il prima possibile dalla pandemia.
Federico Kapnist