Dopo gli ultimi mesi piuttosto caotici – in particolare per il nostro Paese – e nonostante l’incertezza nell’avvio della campagna vaccinale, l’Ocse è più ottimista sulla crescita dell’economia a livello globale, ma vede al ribasso il rimbalzo del Pil dell’Italia quest’anno, dopo il crollo dell’8,9% nel 2020, stimando una crescita del 4,1%, di 0,2 punti percentuali inferiore a quella indicata lo scorso dicembre.
Tuttavia l’Ocse riconosce che l’Italia è sulla strada giusta e il capo dell’istituto, Laurence Boone, promuove a pieni voti l’agenda del governo Draghi, sostenendo che l’attenzione su produttività, digitalizzazione, economia verde e ottimizzazione del piano europeo Next Generation, “è esattamente quello che che abbiamo raccomandato per anni”.
Al tempo stesso, l’organizzazione di Parigi nel suo interim Economic Outlok, rivede al rialzo di 0,8 punti la previsione di crescita dell’Italia nel 2022, attestandola a +4%. Più in generale per l’Ocse le prospettive economiche globali “sono migliorate notevolmente negli ultimi mesi” e “a metà 2021″ il Pil globale tornerà sopra i livelli pre-pandemici. Dopo il -3,4% del 2020, l’Ocse ha rialzato di 1,4 punti la previsione di ripresa globale per il 2021, a +5,6%, e di 0,3 punti quella per il 2022 a +4%.
Per L’Eurozona, dopo il -6,8% nel 2020, l’Ocse ha rivisto al rialzo di 0,3 punti la previsione di crescita 2021 a +3,9%, la stima sul 2022 è stata alzata di 0,5 punti a +3,8%. Tuttavia riguardo all’Europa Boone avverte: “Quello che diciamo è che l’Europa non è abbastanza efficace sui vaccini: bisogna produrli molto più velocemente”.
Spicca nel rapporto anche la revisione al rialzo sull’economia Usa che, dopo il -3,5% del 2020, è vista al rialzo del 6,5% nel 2021, ben 3 punti percentuali in più rispetto a dicembre, soprattutto grazie ai 1.900 miliardi di dollari di nuovi stimoli all’economia, che il Congresso si appresta a varare.
Secondo l’Ocse, “rimangono rischi considerevoli” per l’economia globale. “Un progresso più rapido nella diffusione del vaccino in tutti i Paesi – sottolinea il rapporto – consentirebbe di rimuovere più rapidamente le restrizioni e aumentare la fiducia e la spesa”, mentre “lenti progressi” nella somministrazione del vaccino e “l’emergere di nuove mutazioni virali resistenti ai vaccini esistenti” comporteranno una ripresa più debole, maggiori perdite di posti di lavoro e più fallimenti aziendali.
L’Ocse fa poi il punto sul rischio inflazione, che ha di recente mandato in tilt le Borse: “Le pressioni sui costi – si legge nel documento – hanno iniziato a emergere nei mercati delle materie prime a causa della ripresa della domanda e delle interruzioni temporanee dell’offerta, ma l’inflazione di fondo rimane moderata, frenata dalla capacità inutilizzata in tutto il mondo”.
Secondo l’Ocse inoltre le “aspettative di una ripresa più forte si riflettono sui mercati finanziari e su quelli delle commodity con i rendimenti dei bond Usa a lungo termine e i prezzi del petrolio che stanno tornando ai loro livelli pre-pandemici”.