Si tratta di un gesto senza precedenti nell’Europa allargata; tipico delle dittature e dei regimi più autoritari, a cui non si è più abituati. Eppure, a questi livelli è arrivata la fobia verso la Russia da parte dell’Ucraina; che con decreto presidenziale ha ordinato la fine delle trasmissioni televisive per alcune emittenti considerate filo-russe: 112.Ukraina, NewsOne e ZIK.
La decisione del presidente Zelensky, viene giustificata con la necessità di prendere determinate contromisure, da parte ucraina, rispetto ad una guerra in corso che viene combattuta anche tramite l’informazione. E in cui Mosca farebbe la sua parte finanziando direttamente alcune emittenti televisive; con lo scopo di screditare il governo. Secondo i partiti dell’opposizione, tuttavia, la decisione è invece solamente l’ultimo passo di una deriva autoritaria e volta ad intaccare la libertà di espressione.
L’annessione della Crimea ed il sostegno russo alla regione separatista del Donbass, sono problemi irrisolti per Kiev. E l’influenza russa sull’Ucraina – endemica, data l’appartenenza plurisecolare del Paese all’impero zarista e all’Unione Sovietica – viene ritenuta un freno all’integrazione europea e atlantica del Paese.
Mosca ha commentato il gesto come l’ennesima dimostrazione dell’isteria ucraina; spintasi a colpire alcuni mezzi d’informazione che si sono più volte espressi contro la Russia e che hanno, ora, l’unica colpa di criticare alcune decisioni del governo ucraino.
Sotto i riflettori, in particolare, la decisione ucraina di rinunciare al vaccino russo, lo Sputnik V, nonostante fosse molto più economico e di più facile reperibilità. Ma l’opposizione denuncia come dietro alla decisione vi siano anche logiche prettamente economiche; ossia colpire dei diretti concorrenti delle emittenti televisive vicine all’area di governo.
Federico Kapnist