A Bruxelles, in una lunga nottata di negoziati tra i 27 Paesi membri, nella quale si è spaziato dall’aggressività della Turchia su Cipro, al rischio di un “no-deal” sulla Brexit, si è giunti ad un nuovo accordo sul clima.
L’obiettivo finale, come sapranno i più appassionati della materia, è arrivare a 0 emissioni entro il 2050. Strada facendo, bisogna però darsi dei traguardi intermedi che aiutino a raggiungere il grande risultato, che sta al termine della corsa. E così, vincendo le ultime resistenze di alcuni dei paesi più arretrati dell’Unione – particolarmente della Polonia, che in quanto economia arretrata e grande utilizzatrice di carbone, chiedeva più elasticità e meno sforzi economici – si è giunti ad un nuovo accordo che alzi l’asticella dell’efficienza energetica a livello comunitario.
Sempre tenendo come riferimento i dati delle emissioni al 1990, si dovrà raggiungere, entro il 2030, una riduzione di almeno il 55% dei gas serra, dannosi per l’ambiente. L’obiettivo precedente, era fissato al 40%.
Con questo accordo i ventisette membri dell’UE hanno voluto imprimere un’accelerazione sull’European Green Deal, l’ambizioso piano di Bruxelles per abbattere le emissioni nocive entro il 2050. Grande soddisfazione da parte di Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, che ha dichiarato che “l’Unione Europea è leader a livello mondiale contro il cambiamento climatico”.
Federico Kapnist