Quest’anno La “Privilegiata Fabbrica Maraschino Excelsior Girolamo Luxardo” di Torreglia, compie 200 anni e per celebrare il ragguardevole traguardo e il superamento della crisi causata dalla pandemia, ha deciso di rilanciare, investendo in un ampliamento della distilleria, ma anche nella realizzazione di un museo storico aziendale.
Sembra che in tutto il mondo, le aziende con almeno 200 anni di storia, sempre di proprietà della stessa famiglia del fondatore, siano solo una cinquantina e, di queste, 15 sono italiane. In Veneto ne abbiamo ben cinque, alle quali ora andrà ad aggiungersi la storica distilleria padovana.
Esiste un’associazione internazionale che raggruppa esclusivamente le società familiari, che hanno appunto almeno 200 anni di storia e si chiama “Les Henokiens”, da Enoch, che secondo la bibbia visse 365 anni. Lo scopo dell’associazione è quello di fornire un supporto morale, culturale e filosofico sul valore del concetto di impresa familiare, in contrapposizione al modus operandi delle multinazionali.
L’attività della Luxardo venne avviata a Zara nel 1821, da un’idea di Girolamo Luxardo, la cui moglie com’era d’uso un tempo preparava dei liquori fatti in casa, tra i quali un rosolio con le marasche, delle ciliegie asprigne, che faceva impazzire sempre tutti gli ospiti. Si decise così di avviarne la produzione industriale in uno stabilimento, che nel 1829 ottenne dall’Imperatore d’Austria un brevetto che garantiva l’esclusività della produzione per un periodo di quindici anni.
Nell’Ottocento, Luxardo divenne la più importante distilleria di Zara, leader sul mercato mondiale, ma da allora il percorso fu lungo e travagliato, a tratti persino drammatico. Dall’Impero Austro-Ungarico, dopo la prima Guerra Mondiale, Zara tornò all’Italia, con Trento e Trieste, ma dopo la seconda Guerra Mondiale, con la ritirata delle truppe italiane e tedesche dalla Dalmazia, la città venne occupata dai terribili “Titini”, responsabili tra l’altro delle Foibe, che costrinsero gli abitanti a lasciare tutto e partire esuli. Molti vennero uccisi e, tra questi anche alcuni membri della famiglia Luxardo e i loro beni confiscati.
Lo stabilimento prima bombardato e poi requisito, fece pensare alla famiglia che tutto fosse ormai finito e perduto, ma l’unico fratello sopravvissuto Giorgio riuscì a far ripartire l’attività nel 1947, quando Zara venne ceduta alla Jugoslavia, a Torreglia tra gli incantevoli Colli Euganei.
Oggi l’azienda, dopo gli importanti investimenti degli anni Ottanta, che hanno cercato di coniugare la tradizione con la tecnologia, gli alambicchi in rame con le moderne linee d’imbottigliamento, continua a portare avanti la produzione dei liquori storici, ai quali ha affiancato una serie di nuovi liquori, secondo le richieste e le esigenze del mercato.
Come ha voluto sottolineare Piero Luxardo, attuale presidente, “siamo un esempio di tenacia e resilienza”.