Il progetto del nuovo M5s di Giuseppe Conte è appeso ad un filo e forse non basterà nemmeno il tentativo di mediazione dei big del Movimento per evitare lo strappo finale con Beppe Grillo. Ma il braccio di ferro sullo statuto tra il leader in pectore e il garante del Movimento, dopo l’intervento show del fondatore dei Cinque stelle alla Camera, si è trasformato in una insanabile frattura.
Che Conte quindi sia ad un passo dall’addio? I rumors vedono sempre più vicina la nascita di un partito dell’ex presidente del Consiglio e il conseguente esodo in massa dei parlamentari contiani, soprattutto al Senato. Uno scenario che, se si concretizzasse, avrebbe ripercussioni non secondarie sia sugli equilibri della maggioranza che sostiene il governo Draghi, sia sul ruolo di diversi big pentastellati.
“Mai come adesso serve compattezza all’interno del Movimento. Dialoghiamo con il massimo impegno e lavoriamo per unire”, esorta il ministro Luigi Di Maio. Ma la strada per un accordo si fa sempre più in salita, poiché le visioni di Grillo e Conte sul rinnovamento del M5s sono molto diverse. Per il fondatore il ruolo del garante è fondamentale, per Conte una “diarchia” sarebbe ostica e insostenibile. Come a voler dire che due galli in un pollaio non possono stare.
In questa situazione esplosiva si inserisce anche Davide Casaleggio: “Credo ci siano due visioni diverse del Movimento che stanno emergendo. Perché tengono segreto lo statuto?. Mi sembra un’organizzazione più basata su modelli partitici del 900 che su un movimento”.
“No alla psicosi da retroscena, parlerà Giuseppe Conte“, sottolineano fonti di primo piano del Movimento, annunciando una probabile conferenza stampa lunedì, abitudine ormai dell’ex premier. Fino ad allora proseguiranno i tentativi di mediazione. Ad aumentare le tensioni però ci pensano anche le lotte intestine, con l’alleanza giallorossa non sempre digerita bene dai politici del Movimento in vista delle amministrative.
L.M.