Il sindaco di Rovigo, Edoardo Gaffeo, eletto nel 2019 con una coalizione di centrosinistra, ha rassegnato ieri le sue dimissioni, dopo che una parte della maggioranza, cinque consiglieri del Pd, ha votato contro una mozione riguardante la nuova sede del Tribunale: una disputa che si trascina ormai da mesi, in uno scontro feroce tra questioni tecniche e politiche, che ha esasperato i rapporti fino a condurli verso quello che sembra un punto di non ritorno.
A determinare la decisione del Sindaco è stata probabilmente la spaccatura all’interno del partito democratico, diviso tra chi lo sosteneva e la posizione contraria dei vertici cittadini e provinciali.
Le dimissioni che dovrebbero venire protocollate oggi e che sono state definite dal diretto interessato come “irrevocabili”, (ma che gli lascerebbero comunque 20 giorni di tempo per un ripensamento), porterebbero Rovigo alla terza caduta consecutiva di una giunta in sette anni, dopo quella di Bruno Piva nel 2014 e di Massimo Bergamin nel 2019, entrambi di centrodestra.
La scelta del Sindaco Gaffeo, giunta come un fulmine a ciel sereno per molti consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, era nell’aria invece per altri meglio informati, se non altro per il fatto che veniva utilizzata come deterrente per tenere unita una coalizione rissosa.
Così si è consumato l’ultimo atto di una lotta interna alla maggioranza, che proseguiva da mesi, con i Dem divisi in almeno due schieramenti: uno cappeggiato dal consigliere Graziano Azzolin, più vicino alle posizioni del Sindaco e l’altro, meno accomodante, rappresentato da Nadia Romeo e da Angelo Zanellato, da poco nominato segretario del Pd provinciale e scontratosi più volte con Gaffeo.
Pare comunque che oltre ai contrasti politici, a spingere il Sindaco verso le dimissioni ci possano essere anche questioni più personali legate alle sue condizioni di salute. Ora dovrà entrare in gioco la Prefettura con la nomina di un commissario, che avrebbe il compito di accompagnare la città fino alla prossima tornata elettorale autunnale.