Il grido d’allarme lo sentiamo solo adesso, ma arriva da lontano: mancano i medici di famiglia, e a Verona, soprattutto nella parte est della provincia, la situazione si fa difficile, in particolar modo adesso che sta per partire la campagna di vaccinazioni.
Delle oltre 300 zone definite carenti in Veneto, quasi un terzo sono nel Veronese. In soli 10 anni i medici di famiglia sono diminuiti di quasi 100 e su 128 posti vacanti, solo 23 giovani medici hanno deciso di intraprendere la strada del medico di famiglia, forse perché spaventati dal crescente numero dei pazienti, legato alla popolazione che invecchia, con conseguente aumento di servizi connessi.
A fare i conti con la carenza dei medici sono in particolare i cittadini dei piccoli comuni delle aree rurali e montane che devono sobbarcarsi costi enormi per curarsi; questo proprio quando la pandemia da Covid-19 ha dimostrato tutto il valore delle reti assistenziali territoriali.
A vivere altri disagi sono anche le piccole farmacie di questi territori che, senza ambulatori, vedono minacciata la sostenibilità stessa del servizio. Ben 4200 farmacie sono presenti in comuni al di sotto di 3000 abitanti e, di queste, 2000 operano in comuni con meno di 1500 abitanti e servono ben 5 milioni di cittadini.
I medici chiedono alla Regione che si porti a 1800 il massimale dei pazienti per quelle strutture associative dove ci sono più medici che lavorano insieme e possono aiutarsi, ma a ciò si deve aggiungere la collaborazione di un infermiere e di una persona che si occupi della segreteria.
Speriamo che giunga presto una risposta.