Mantenimento figli: stop all’età di 18 anni, la sentenza che sorprende

Nuova sentenza in merito al mantenimento dei figli dopo la maggiore età: la decisione dei giudici ha stupito tutti questa volta.

La questione del mantenimento dei figli è, da sempre, una delle più spinose. Naturalmente in caso di figli minorenni il mantenimento è dovuto e in caso di separazione, il genitore che non vive non i figli, deve contribuire al loro mantenimento nella misura stabilita dai giudici.

Mantenimento figli
Una nuova sentenza cambia tutto in materia di mantenimento ai figli- Venetoreport.it

Ma che cosa succede quando i figli diventano maggiorenni? Bisogna continuare a provvedere alle loro esigenze oppure gli obblighi legali finiscono? Viviamo in un Paese dove spesso i figli vivono con i genitori – o a loro spese – anche ben oltre i 18 anni.

Talvolta si assiste a situazioni in cui persone di 40 anni vengono mantenute dai genitori nella profonda convinzione che sia un loro diritto. Una nuova sentenza, però, cambia radicalmente le regole nonché il modo di vedere l’intera questione. Il cambiamento non è, dunque, meramente economico ma, da un certo punto di vista, anche psicologico.

Mantenimento dei figli: arriva la svolta

Nuova sentenza della Corte di Cassazione cambia le regole per quel che riguarda il mantenimento dei figli dopo il compimento dei 18 anni. Con l’arrivo della maggiore età si hanno più diritti ma, inevitabilmente, anche più doveri. E questa nuova sentenza non lascia spazio a dubbi.

E’ educativo continuare a mantenere un ragazzo o una ragazza maggiorenne che non studia, non lavora e non cerca un’occupazione? Beh: in merito all’educazione dei propri figli la verità assoluta non esiste e ogni genitore agisce come meglio crede e in base agli strumenti di cui dispone.

Cambia tutto per il mantenimento figli
Le mamme con figli di età pari o superiore ai diciott’anni dovranno rinunciare al mantenimento – venetoreport.it

Ma una cosa è certa: non vi è nessun obbligo. Questo è quanto ha stabilito una nuova sentenza della Corte di Cassazione la quale ha accolto il ricorso di un padre. L’uomo – separato dalla madre del figlio – chiedeva che gli venisse revocato l’obbligo di versare ogni mese al figlio 18enne l’assegno di mantenimento.

I giudici hanno accolto la richiesta di questo padre. Naturalmente si tratta di una sentenza che si riferisce a situazioni in cui il ragazzo o la ragazza maggiorenne non studiano – o se studiano sono fuori corso – non lavorano, non seguono corsi per l’inserimento lavorativo e non cercano attivamente un’occupazione.

Nel caso in cui il figlio maggiorenne frequenta l’Università con profitto oppure è disoccupato ma dimostra di essere attivamente alla ricerca di un impiego, allora l’assegno di mantenimento deve continuare ad essere erogato anche dopo il compimento della maggiore età.

Infatti i giudici hanno puntualizzato che le condizioni che fondano il diritto al mantenimento verte sulla circostanza che il figlio abbia curato la propria preparazione professionale o tecnica o si sia attivato nella ricerca attiva di un lavoro. E, per non perdere il diritto al mantenimento, deve essere il figlio a portare le prove del fatto di essere impegnato a seguire un percorso di studi con profitto o nella ricerca di un lavoro.

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