“Marco libero subito” è questa la scritta in rosso che spicca sulla maglietta dei dipendenti della Zennarotrafo, l’azienda veneziana leader nella produzione di trasformatori, diretta dal titolare Marco Zennaro, da mesi bloccato in Sudan, dopo una controversa vicenda economica.
Da ieri l’azienda è chiusa, ufficialmente per ferie, e i lavoratori hanno deciso di andare a Roma, per protestare davanti al ministero degli Esteri perché smuova la situazione. L’incertezza preoccupa infatti i dipendenti sul proprio futuro.
Zennaro, per contenziosi legali relativi ad una fornitura contestata, dopo 74 giorni di carcere duro, è stato scarcerato, ma non può lasciare il Paese Africano, dove si trova ormai da quattro mesi. Il manager è in albergo, sostenuto dal padre Cristiano. Fra meno di tre settimane è attesa l’udienza, che si spera metta fine a questa situazione.
La Farnesina segue la vicenda da vicino, con l’ambasciatore a Khartoum. E il ministro Di Maio, nelle scorse settimane, ha inviato in missione in Sudan anche il Direttore Generale Luigi Vignali. E proprio al ministro Di Maio, Cristiano Zennaro, ha inviato una lettera-appello, affinché il ministero assuma toni più decisi e suo figlio possa tornare il prima possibile a casa. Tutti lo aspettano.