A distanza di anni non si placano gli animi: sia Max Pezzali che Claudio Cecchetto sono sul piede di guerra. Ma cosa è successo?
Max Pezzali e Claudio Cecchetto hanno formato negli anni Novanta una delle coppie più importanti della musica italiana, con Pezzali come voce degli 883 e Cecchetto come produttore che ha lanciato la band (così come tantissimi altri artisti) verso il successo. La storia di questo sodalizio, che ha segnato una generazione e prodotto alcune delle canzoni più amate ancora oggi dai giovanissimi che non c’erano allora, viene raccontata anche nella serie TV “Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883“, uscita l’11 ottobre.
Tuttavia, dietro l’apparenza di un rapporto perfetto, si nasconde una frattura che col tempo ha portato i due a separarsi. Dopo anni di successi condivisi, infatti, il legame tra Pezzali e Cecchetto si è incrinato fino alla rottura inevitabile sia a causa dell’addio di Mauro Repetto, cofondatore degli 883 insieme al cantante, che al desiderio di Pezzali di avere maggiore autonomia, la stessa che sicuramente gli ha portato non poca fortuna però.
Anatomia di una rottura: la verità dietro l’addio di Max Pezzali a Claudio Cecchetto
Pezzali però non si è mai nascosto e lui stesso ha raccontato il suo punto di vista sulla separazione da Cecchetto, paragonando questo distacco a un naturale desiderio di indipendenza, un po’ come avviene tra padre e figlio. “Volevo avere un maggiore controllo della mia carriera, sia dal punto di vista creativo che gestionale“, ha dichiarato il cantante in un’intervista rilasciata a ‘Il Messaggero’.
“Ad un certo punto è normale voler andare via di casa. C’è chi lo fa a 20, chi a 30. E chi, come nel mio caso, lo fa a 54“, ha sottolineato ancora il cantante. Tuttavia il bisogno di libertà di Max non è stato vissuto così anche da Cecchetto che ha fornito nel corso degli anni tutta un’altra versione dei fatti. Come si legge su ‘Leggo‘, infatti, in una recente intervista, il celebre produttore ha sottolineato proprio la mancanza di riconoscenza da parte di Pezzali.
“Gli 883? Preferisco parlare di Mauro Repetto, i testi esagerati li scriveva lui, l’altro li cantava“, un modo come un altro quello di Cecchetto per “sminuire” un po’ l’operato del cantante. Ma non finisce qui. “La gratitudine per lui è un optional. Di tutti i miei artisti, è stato il più irriconoscente, in questo almeno è il numero 1“. Faranno mai pace? Visti i presupposti, difficile a dirsi.