In questi giorni si celebra il 50° anniversario di Federmeccanica (1971-2021), la Federazione Sindacale dell’Industria Metalmeccanica Italiana facente capo a Confindustria, in un momento di forte ripresa per il settore. Anche l’industria metalmeccanica di Padova e Treviso accelera nella prima metà dell’anno in corso, secondo la rilevazione congiunturale di Assindustria Venetocentro, e supera i livelli pre-pandemia.
Nel secondo trimestre del 2021 la variazione della produzione è del +41,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, minimo della crisi per effetto del lockdown. Complessivamente, nel primo semestre la crescita su base annua è del +30,2%, e cosa ancora più importante, del +9,9% nel confronto con lo stesso periodo del 2019. Un miglioramento diffuso a tutte le attività della metalmeccanica (che rappresenta oltre il 30% del comparto industriale), seppur con tassi fortemente differenziati.
Spinto fra aprile e giugno dal ritorno robusto del fatturato interno (+61,7%) e dalla corsa dell’export (+61,2% rispetto al 2020, già influenzato dagli effetti del Covid), soprattutto extra-UE. Il balzo degli ordini, sia interni che esteri (+65,1%), anticipa la continuità di tale contributo anche nei mesi estivi. L’accelerazione si legge anche nei dati sull’occupazione: il secondo trimestre consolida il segno positivo (+5,1%, +3,5 nel semestre), il 62,4% delle imprese metalmeccaniche assumerà nei prossimi sei mesi. La fiducia e le attese a breve degli imprenditori su produzione e ordini sono a livelli elevati, migliorano gli investimenti, sebbene permanga un clima d’incertezza connesso all’evoluzione pandemica, all’escalation dei prezzi delle materie prime (per il 92,1% delle imprese) e alla loro disponibilità e dell’energia.
“Numeri positivi, al di là del rimbalzo statistico nel confronto con un periodo in cui molte aziende erano chiuse per il lockdown – dichiara Filippo Pancolini, Presidente del Gruppo Metalmeccanico e Vicepresidente di Assindustria Venetocentro per le Politiche Industriali -. Lo dimostra la ripresa degli ordini e la crescita dei posti di lavoro. è un importante segnale di competitività e del convinto impegno delle imprese e dei loro collaboratori nel guardare avanti, anche dopo mesi molto difficili. La pandemia ha accelerato processi rilevanti che stanno cambiando l’impresa e il lavoro e Federmeccanica lancia il progetto competitività per accompagnare tutte le aziende delle filiere metalmeccaniche, in particolare quelle più piccole, nei processi di digitalizzazione e di transizione ecologica e tecnologica. Proprio in questa congiuntura favorevole, è fondamentale promuovere l’innovazione per mantenere e rafforzare le nostre posizioni di leader nella metalmeccanica a livello europeo e mondiale”.
“Il reperimento di nuovi collaboratori – commenta il Presidente Pancolini – rimane però una criticità per molte imprese metalmeccaniche, in particolare per le figure specializzate che possono promuovere l’innovazione digitale e tecnologica in cui siamo tutti impegnati. Questo problema ha carattere strutturale, e con Federmeccanica siamo da anni impegnati nell’incontro con i giovani e nell’orientamento per incoraggiarli a conoscere e apprezzare il lavoro e le opportunità di crescita delle nostre aziende. è un fattore di rischio, come lo sono il persistere degli alti prezzi delle materie prime, dei costi di trasporto e di quelli dell’energia. E l’incertezza sull’evoluzione che avrà la pandemia nei prossimi mesi”.
METALMECCANICA: A PADOVA TREVISO IL 41,2% DEL COMPARTO VENETO. L’industria metalmeccanica, con oltre 100mila imprese, è il più importante settore produttivo in Italia e il secondo in Europa dopo la Germania, rappresenta l’8% del Pil nazionale, il 50% delle esportazioni e oltre 1,6 milioni di addetti. Con circa 125 miliardi contribuisce per il 50% al valore aggiunto manifatturiero. Tra Treviso e Padova opera un distretto metalmeccanico aggregato con 9.765 imprese (41,2% del comparto in Veneto) e circa 100mila addetti (40,3% del totale). Un volume di esportazioni di quasi 11 miliardi di euro in un anno difficile come il 2020, il 42% dell’export metalmeccanico del Veneto, con un incremento del 60,9% dal 2009 al 2020. Uno dei primi poli meccanici e meccatronici in Italia, cuore del nuovo “triangolo industriale”, impegnato nella trasformazione digitale e 4.0.